Un’idea semplice ma stranamente trascurata da tutti. (di Paolo Baronti presidente di Cittadinanzattiva dell’Umbria)

BarontiUna patrimoniale selettiva  per il rilancio morale ed economico e del Paese

In Italia, come dicono le statistiche dell’Ocse, con l’eccezione della Danimarca la tassazione sui redditi da lavoro e sulle imprese è la più alta d’Europa.

In questa prospettiva, un aumento delle imposte sui patrimoni – o parte di essi – dovrebbe essere vista da una classe dirigente meritevole di essere tale come prima soluzione per un intervento di prelievo fiscale, senza aumentare le imposte  su chi lavora e fa impresa.

La manovra economica di luglio e la manovra-bis di Ferragosto hanno invece assestato alle  famiglie una serie di colpi micidiali ed anziché tassare i patrimoni dei ricchi, coloro ai quali anche un forte prelievo fiscale non cambierebbe la vita, s’è preferito colpire l’ammortizzatore sociale italiano per eccellenza, che è la famiglia

L’unica preoccupazione di chi governa lo Stato, ma anche le Regioni, le Province e molti Comuni, non tutti  perché  vi sono ancora fortunatamente alcuni Sindaci “veri”, è  “soddisfare il proprio elettorato”, unico orizzonte per il prossimo appuntamento elettorale, come scrive Famiglia cristiana che ha recriminato sui tanti “tesoretti intoccabili a cominciare dai 120 miliardi annui di evasione fiscale”, con la casta politica che danza allegramente sulle macerie del Paese e vanta sacrifici e riduzioni, ma non dà un taglio risoluto a costi e privilegi, ingiustificati e immorali

Per cominciare seriamente, fattivamente e concretamente  a “mordere” la carne dell’evasione fiscale, che rappresenta una specificità tutta italiana nel panorama europeo,  la soluzione più semplice, più giusta e più attuale, che può costituire il primo passo per ricostruire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni è l’inserimento nel decreto n. 138/11 di una tassa patrimoniale con le seguenti caratteristiche:

  • Un’aliquota alta, cioè l’1 %  ed estesa a  tutti i patrimoni, sia mobiliari, che immobiliari; il plafond teorico  dell’entrata per l’erario sarebbe di 90 miliardi di Euro, in quanto  le stime della Banca d’Italia dicono che la ricchezza complessiva del Paese è di poco inferiore ai novemila miliardi di euro;
  • Viene prevista una detrazione  fissata intorno al 18% dell’imposta mediaversata negli ultimi 5 anni, sul reddito delle persone fisiche e delle società titolari del patrimonio da tassare
  • Tale aliquota sarebbe quasi interamente corrisposta dai titolari di rendite patrimoniali e dagli evasori fiscali,
  • Coloro, invece  che negli ultimi cinque anni hanno versato  imposte sul reddito o sulle società “compatibili” con il patrimonio accumulato, beneficeranno di  una detrazione   in modo tale da  ridurre drasticamente, fino ad azzerare l’importo della tassa stessa

Tale proposta costituisce una puntuale -quasi scolastica- applicazione del dettato costituzionale secondo cui l’Italia è fondata sul lavoro, il che significa“sul lavoro e non sulla rendita e che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Cioè, in buona sostanza  una patrimoniale selettiva che privilegia i contribuenti onesti – o costretti comunque ad esserlo-riducendo od eliminando il prelievo su coloro che hanno costruito con la propria attività lavorativa regolare, il patrimonio di cui sono titolari, mentre si concentra sui titolari di rendite patrimoniali, il cui importo di reddito dichiarato è comunque largamente modesto rispetto al valore dei patrimoni stessi  ed agli evasori fiscali, che spesso sono titolari  di  patrimoni non straordinari, ma le cui origini son molto spesso sconosciute al  fisco.

Gli effetti di tale previsioni sono molto chiari.

Esempio: un dirigente di aziendaed un artigiano carrozziere. Entrambi con  un patrimonio di 700.000 Euro, costruito nell’ultimo decennio, composto da due immobili e da risparmio gestito. Il primo con un reddito annuo ai fini IRE di 100.000 euro, cioè con un’imposta pagata  di € 36.170,00il secondo con un reddito dichiarato di € 15.000  con un’imposta pagata di € 3.450,00

Il dirigente di azienda pagherà  € 7.000,00 – ( 36.170 X 18/100)  6.510,60  = €489,40.

L’artigiano carrozziere pagherà invece € 7.000,00 – (3.450 X 18/100)  621,00  = 6.379,00

Il gettito totale si ridurrebbe, ma la manovra ne risulterebbe di molto migliorata in quanto tale gettito sarebbe ampiamente sufficiente a corrispondere agli obiettivi di riduzione del fabbisogno, consentendo  di  rinviare la definizione, ancorché in tempi strettissimi, di un riordino della spesa pubblica che parta finalmente dalle cattedrali dello spreco, Presidenza del consiglio in primis, Sanità pubblica e la palude delle  società pubbliche statali e regionali, risparmiando, almeno per pudore, i Sindaci dei piccoli comuni della montagna italiana, tra i pochi ultimi eroi di un’azione politica amministrativa, intesa come impegno morale e civile.