Un Convegno di CONFESERCENTI – SOS IMPRESA a Terni . L’intervento di Fausto Cardella
“Non si può enfatizzare il pericolo per non allarmare la collettività, al tempo stesso non si può negare che anche in Umbria e a Terni un pericolo v i sia. Solo così sarà possibile combatterlo” – con queste parole ha esordito Fausto Cardella, Procuratore della Repubblica di Terni, intervenendo all’incontro organizzato dalla Confesercenti – Sos Impresa, presso la locale Camera di Commercio. Ospite d’onore Piergiorgio Morosini, Magistrato di Palermo, autore del saggio: “Il Ghota di Cosa nostra”. A coordinare gli interventi è stato il Caporedattore del Tg Regionale Umbria Alvaro Fiorucci.
“L’Umbria non è terra di mafia, ma i mafiosi ci sono: trafficano, riciclano, reinvestono anche nei piccoli centri. L’usura, altro fenomeno criminoso, anch’esso presente nella nostra regione è gestita da persone conosciute, ritenute addirittura ‘perbene’, a cui ci si rivolge quando si è in difficoltà per cambiare un assegno o per pagare la rata del piccolo prestito in banca – ha sottolineato il presidente di Sos Impresa, Lino Busà che ha anche lanciato un singolare spunto di “indagine”: “Emergono ad esempio notizie interessanti – ha detto – sui passaggi di proprietà dei bar a Terni. Le vittime dell’usura in Umbria secondo i dati di Sos Impresa sono circa 3000 con un giro di affari di 200 milioni di euro. A Terni sono state monitorate 10 reti di usurai.
“In città mancano i fenomeni più eclatanti, riconoscibili. Non c’è associazione a delinquere, mancano casi di estorsione e pizzo – ha aggiunto Cardella – Il rischio? E’ perlopiù nei piccoli centri che con le loro caratteristiche conferiscono la possibilità di infiltrazioni malavitose. Appalti ed edilizia: qui si trova la strada maestra per la mafia. Droga e prostituzione – ha proseguito – hanno invece per così dire un libero mercato”. Al dibattito ha partecipato anche il consigliere regionale Francesco Zaffini, presidente del Comitato di monitoraggio e vigilanza il quale ha messo in evidenza alcuni indicatori di quanto l’Umbria sia esposta alle organizzazioni malavitose: “ abbiamo il record italiano di morti per overdose nella nostra regione” ha detto Zaffini – “ questo è un dato di cui andare molto preoccupati, un altro indicatore poco edificante è il record in Europa del volume di affari in itala e in Umbria del gioco d’azzardo, in tutte le sue forme, alcune delle quali senza alcun controllo fiscale. Volume accertato che rappresenta un terzo delle entrate dello Stato. Sono settori in cui la malavita organizzata trova terreno fertile per i propri affari.
La carenza normativa in materia di anticorruzione è stata al centro dell’intervento di Morosini che ha anche fornito un interessante spunto sociologico spiegando quanto nell’opinione pubblica sia più presente e diffuso il timore per il pericolo immediato piuttosto che per i passaggi poco chiari che ad esempio si nascondono tra le pieghe di un bilancio di una grande società. E tutto ciò è spesso dimenticato anche da parte di chi dovrebbe occuparsi di comunicazione. “La legislazione è datata – ha spiegato Morosini – risale agli anni ’30. Ad esempio in Italia non c’è il reato di corruzione tra privati. Non basta l’attività delle forze dell’ordine ma occorre un insieme di soggetti per fare il punto con riferimento ad attività che sono sospette”.