TABACCO – SALUTE -TERRITORIO “Informare non è un atto di belligeranza, è fare il punto e dal punto si può partire per migliorare e può scaturire una collaborazione, dipende dalla volontà delle parti e dalla loro sensibilità”. (da Cittadinanzattiva Altotevere – Amici della Valtiberina – La Voce dei Piccoli)

tabacco

Cittadinanzattiva pone questo Documento all’attenzione e alle riflessioni conseguenziali dei cittadini su una problematica che finora è stata sempre dibattuta dal punto di vista economico e produttivo e poco dal punto di vista della tutela salute per le popolazioni.

TABACCO SALUTE TERRITORIO

“Informare non è un atto di belligeranza, è fare il punto e dal punto si può partire per migliorare e può scaturire una collaborazione, dipende dalla volontà delle parti e dalla loro sensibilità”.

Con questo scritto il gruppo “Amici della Valtiberina” facente parte dell’associazione “La Voce dei Piccoli” e “Cittadinanzattiva Altotevere Umbro Toscano”, si propongono di pubblicizzare le problematiche relative alla coltivazione del tabacco che sono emerse nelle ricerche effettuate da varie istituzioni e qui di seguito citate.

Per esempio, nella raccolta manuale del tabacco, succede che fino all’ 89% dei lavoratori rimanga vittima di quel disturbo, passeggero per carità, che affligge per non più di 48 ore, noto come “Sindrome da tabacco verde (GTS, green tobacco sickness)”:

che è causato da un’intossicazione contratta per assorbimento, attraverso la pelle, di nicotina che si addensa sulla superficie delle foglie bagnate dalla pioggia o dalla rugiada mattutina. Il tutto con la precisazione che questo disturbo può essere contratto anche attraverso i vestiti che si bagnano a contatto con la pianta di tabacco ed i cui sintomi (da intossicazione) sono: salivazione, nausea, vomito e diarrea. (“Garden plants poisonus to people”: Annie Johnson Weeds Project Officer, Stephen Johnson, Weed Ecologist Weeds Unit, Biosecurity Compliance and Mine Safety, Orange, NSW Department of Primary Industries);

Chiarito questo, ed evidenziato che:

1)- le foglie di tabacco, una volta bagnate ma ancora sulla pianta, cedono nicotina all’acqua che viene a contatto delle foglie stesse e, pertanto, è deduttivo sostenere che ogni qualvolta piova o che si annaffi il tabacco l’acqua, carica di nicotina, sgronda nel terreno depositandovi tutta quella che ha raccolto;

2)- che la nicotina è una delle sostanze considerate pericolose dalla direttiva 2008/1272/CEE, (riferita essenzialmente a prodotti commerciali contenenti nicotina) e successivi adeguamenti. E, per essa, le precauzioni ambientali prevedono che: “ se il prodotto è defluito in un corso d’acqua, in rete fognaria o ha contaminato il suolo o la vegetazione, avvisare le autorità competenti”;

ci si debba chiedere:

quali siano le concentrazioni di nicotina che si fissano nel terreno, o percolano nelle acque irrigue o di falda; e

come la concentrazione di nicotina, allorquando a causa del clima secco invece di percolare nella falda evapori, possa incidere sulla qualità dell’aria che respiriamo nelle zone limitrofe alle coltivazioni.

Il predetto studio, inoltre, riporta una “Descrizione dei rischi cancerogeni nella manifattura del tabacco”, ove viene dichiarato: I rischi noti per la salute presenti in questo tipo di produzione derivano dall’esposizione a polveri di tabacco, il cui potere irritativo oltre che allergizzante su cute e mucose è noto da tempo” ed in proposito rimanda alle seguenti pubblicazioni “KJAERGAARD S.K., PEDERSEN O.F. Dust exposure, eye redness, eye cytology and mucous membrane irritation in a tobacco industry. Int. Arch. Occup. Environ. Health, 1989; 61: 519-525; KJAERGAARD S.K., PEDERSEN O.F., FRYDENBERG M., SCHONHEYDER H. Respiratory disease and lung function in a tobacco industry. Arch. Environ. Health, 1989; 44: 164-170; GLEICH G.J., WELSH P.W., YUNGINGER J.W., HYATT R.E., CATLETT J.B. Allergy to tobacco: an occupational hazard.

Sempre il medesimo lavoro prosegue, poi, evidenziando: Altri rischi oncogeni sono stati descritti in lavoratori esposti ad agenti antiparassitari presenti sulle foglie di tabacco in seguito a trattamenti avvenuti prima della raccolta in pieno campo o successivamente per la loro conservazione all’interno delle manifatture e, in proposito, rimanda alle seguenti pubblicazioni: “International Agency for Resarch on Cancer (IARC) (1986): Tobacco smoking. IARC Monographs on the evaluation of the carcinogenetic risk of chemicals to humans. n. 38, IARC Lyon”.

Alla luce di quanto sopra esposto, sorgono spontanee due domande:

la prima è di conoscere se le vigenti normativa in materia siano sufficienti a garantite la salute pubblica allorquando vengono rilasciate le concessioni relative allo stivaggio, preparazione e cura delle produzioni tabagicole e, soprattutto, se i piani di valutazione dei rischi siano adeguatamente strutturati e tali da evitare l’inquinamento di aria, suolo e acqua, dovuto alle dispersioni di nicotina e all’emissione di polveri sottili(1);

la seconda è quella di conoscere, nella ipotesi di risposta negativa al primo quesito, di come gli Enti preposti al controllo possano essere sollecitati al fine di porre rimedio alle eventuali illegittimità riscontrate con la precisazione che ogni verifica include necessariamente, competenze sì mediche, ma anche tecniche, e dunque l’opera del primo necessita e coinvolge quella di ingegneri/agronomi/geologi che possano fornire gli utili pareri tecnici.

Le associazioni : “Cittadinanzattiva”

“Gli amici Della Valtiberina

“La voce Dei Piccoli”