SUGLI ASILI NIDO CITTADINANZATTIVA DELL’UMBRIA DICE LA SUA. MANDATECI I VOSTRI COMMENTI E LE VOSTRE ESPERIENZE
Perugia 20.02.10 – La ricerca compiuta dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva Nazionale sugli asili nido ha provocato un vero e proprio vespaio; questa mattina nelle cronache regionali dei quotidiani dell’Umbria sono stati riportati il comunicato di Cittadinanzattiva Nazionale e una immediata risposta della Giunta Regionale, che in parte smentiva quanto affermato dall’Osservatorio prezzi & tariffe. Ci sembra quindi necessario tentare di fare chiarezza. In realtà sia i dati riportati dall’Osservatorio nazionale, sia quelli dell’Assessorato regionale sono reali!!!! L’equivoco nasce dal fatto che fanno riferimento a due realtà differenti. L’indagine di Cittadinanzattiva nazionale ha preso in esame solo gli asili nido comunali, mentre la Regione ha fatto riferimento all’offerta complessiva del servizio asilo nido, comprendendo non solo le strutture comunali ma anche quelle del privato sociale che operano nel territorio e sono obbligate a rispettare gli standard di qualità fissati dalla legge regionale, ed anche le sezioni “primavera” delle scuole materne statali che in base alla legge inseriscono i bambini di età superiore ai due anni.
Sicuramente in questa grave situazione di crisi economica che priva i Comuni di moltissime risorse, realizzare l’integrazione tra pubblico e privato sociale, definendo per legge gli standard qualitativi a cui tutti si debbano attenere, non può non essere considerata una buona pratica amministrativa, utile per tante realtà italiane dove l’offerta di servizi per la prima infanzia è senz’altro molto più scarsa.
Per Cittadinanzattiva regionale dell’Umbria quando si esamina un servizio pubblico il punto di vista corretto per un’Associazione di cittadini non può che essere quello della quantità e della qualità del servizio offerto. Il problema vero non sta nel tipo di gestione, se pubblica o del privato sociale, ma nell’offerta complessiva e negli standard di qualità del servizio. Per questo riteniamo che sia necessario aumentare il potere di controllo delle famiglie utenti sulla qualità del servizio, utilizzando tutte le possibilità offerte dalla legge, a cominciare dall’applicazione di quanto previsto dal comma 461 dell’art. 2 della legge finanziaria del 2008. E pensiamo che questo dovrebbe essere uno dei parametri di giudizio sempre presente nelle valutazioni della nostra Associazione.
Infine corre l’obbligo di sottolineare che invece, per quanto attiene al costo del servizio, c’è sostanziale concordanza tra quanto affermato dall’’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva Nazionale e dalla Regione dell’Umbria.
Per completezza d’informazione riportiamo di seguito
- Allegato (1): comunicato dell’’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva Nazionale
- Allegato (2): comunicato dell’Assessorato regionale competente per gli Asili Nido
- Allegato (3) precisazione di Cittadinanzattiva umbra richiesta dalla redazione de La Nazione
Troverete poi nella pagina della Rassegna Stampa tutti gli articoli apparsi sulla stampa locale questa mattina.
Sono graditi commenti e contributi, anche riportando esperienze concretamente vissute nel rapporto con gli asili nido.
ALLEGATO (1)
Ufficio stampa
Comunicato stampa 19 febbraio 2010
Indagine di Cittadinanzattiva sugli asili nido comunali in Umbria, tra caro rette e liste di attesa: tariffe invariate dal 2006/07, ma in Umbria il 35% dei bimbi non riesce ad accedere al servizio
255 euro al mese. Tanto costa mediamente in Umbria mandare il proprio figlio all’asilo nido comunale, per una spesa che risulta comunque inferiore alla media nazionale (pari a 297€).
Caro rette: dura la vita per le giovani coppie, fra difficoltà nel far accedere i propri figli ad asili comunali, alti costi e disparità economiche anche all’interno della stessa regione: a Perugia (271€) il servizio costa 32€ in più rispetto a Terni (239€). In positivo, da registrare che dal 2006/07 le tariffe sono rimaste invariate nei due capoluoghi.
On line su www.cittadinanzattiva.it l’indagine completa a carattere nazionale.
L’analisi, svolta dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva, ha considerato una famiglia tipo di tre persone (genitori e figlio 0-3 anni) con reddito lordo annuo di 44.200€ e relativo Isee di 19.000€. I dati sulle rette sono elaborati a partire da fonti ufficiali (anni scolastici 2007/08 e 2008/09) delle Amministrazioni comunali interessate all’indagine (tutti i capoluoghi di provincia). Oggetto della ricerca sono state le rette applicate al servizio di asilo nido comunale per la frequenza a tempo pieno (in media, 9 ore al giorno) e, dove non presente, a tempo ridotto (in media, 6 ore al giorno), per cinque giorni a settimana.
Liste di attesa. In Umbria, secondo la banca dati del Ministero dell’Interno sulla fiscalità locale aggiornata al 2007, ci sono 70 asili nido comunali per 2.433 posti disponibili. Il maggior numero di asili è presente in provincia di Perugia (54, con 2.001 posti), mentre la provincia di Terni ne conta 16, con 432 posti. A fronte di 3.766 domande presentate, in Umbria il 35% dei richiedenti rimane in lista di attesa, a fronte di una media nazionale del 25%.
Considerando unicamente i capoluoghi di provincia umbri, Terni presenta le liste di attesa più alte con il 50% di domande respinte, mentre a Perugia il dato scende al 43%.
Il commento. “In tema di asili nido comunali” commenta Antonio Gaudioso, vicesegretario generale e responsabile delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, “l’Italia sconta un ritardo strutturale ormai conclamato, espressione di una attenzione alle esigenze delle giovani coppie vera solo sulla carta. In questi anni, infatti, molti amministratori hanno parlato di tutela della famiglia e di asili nido solo in campagna elettorale e pochissimi hanno fatto qualcosa. Ci aspettiamo che con queste amministrative i candidati prendano impegni concreti e misurabili. Federalismo, d’altra parte, vuol dire soprattutto questo: prendersi impegni e mantenerli. E quello degli asili nido è un modo concreto e non retorico di prendersi cura delle famiglie e dei loro bisogni”.
Copertura potenziale del servizio. Facendo un confronto tra i posti disponibili e la potenziale utenza (numero di bambini in età 0-3 anni) in Umbria la copertura potenziale del servizio è del 7,5% (quinta migliore regione dopo Emilia, Toscana, Marche e Valle d’Aosta), a fronte di una media in Italia del 5,8%.
Occupazione femminile. In Umbria, l’occupazione femminile arriva al 52,7%, valore superiore alla media nazionale (46,1%).
Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia
Città |
Retta 2008/09 |
Retta 2007/08 |
Variazione |
Perugia |
271 € |
271 € |
0% |
Terni |
239 € |
239 € |
0% |
Media |
255 € |
255 € |
0% |
Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio prezzi&tariffe, 2010
Dati relativi alle strutture presenti nei capoluoghi di provincia
Città |
N. nidi comunali |
Posti disponibili |
Domande presentate |
Liste di attesa (2007) |
%di copertura rispetto alla potenziale utenza |
||
2007 |
2006 |
2007 |
2006 |
(2007) |
(Bimbi 0-3 anni) |
||
Perugia |
14 |
17 |
685 |
882 |
1.199 |
43% |
10,8% |
Terni |
6 |
6 |
210 |
210 |
424 |
50% |
5,8% |
Totale |
20 |
23 |
895 |
1.092 |
1.623 |
45% |
9% |
Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio prezzi&tariffe, 2010
Dati relativi alle strutture presenti nella regione
Provincia |
N. nidi comunali |
Posti disponibili |
Domande presentate |
Liste di attesa (2007) |
%di copertura rispetto alla potenziale utenza |
||
2007 |
2006 |
2007 |
2006 |
(2007) |
(Bimbi 0-3 anni) |
||
Perugia |
54 |
55 |
2.001 |
2.180 |
3.014 |
34% |
8,1% |
Terni |
16 |
14 |
432 |
401 |
752 |
43% |
5,7% |
Totale |
70 |
69 |
2.433 |
2.581 |
3.766 |
35% |
7,5% |
Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio prezzi&tariffe, 2010
ALLEGATO (2)
REGIONE UMBRIA SU INDAGINE CITTADINANZATTIVA
(AGENZIA UMBRIA NOTIZIE) – Perugia, 19 feb. 010 – La ricerca di Cittadinanzattiva fornisce alcuni dati di interesse e altri di minore utilità: il numero di asili comunali per regione di per sé non è leggibile se non è rapportato alla popolazione, tanto è che la Lombardia secondo l’indagine batterebbe l’Emilia Romagna, pur avendo percentuali molto più basse, se rapportate alla popolazione in fascia di età. Secondo l’assessorato regionale all’Istruzione, inoltre, la rilevazione dei soli nidi comunali non rende assolutamente conto della reale erogazione del servizio in un sistema come quello umbro in cui spesso i Comuni rispondono alla domanda di posti anche, e in alcuni casi esclusivamente con convenzioni fatte con il privato, per lo più privato sociale, e comunque lo sostengono spesso dato che lo ritengono, una volta autorizzato, parte del sistema. La stessa Regione Umbria ha finanziato i nidi autorizzati e ha ripartito le risorse per i nuovi posti, sia sul pubblico che sul privato. In modo particolare, il dato sulle liste d’attesa sembra poco attendibile, se in Umbria si somma il 36% di bambini fra 0 e tre anni che frequentano una struttura con il 35 per cento che sarebbero, secondo l’indagine, in lista d’attesa si otterrebbe un dato strabiliante di più di 70% di bambini le cui famiglie scelgono il nido. Non si sa come il dato sia stato ricavato, ma ci sono molte famiglie che fanno domanda in più strutture e che risultano in coda anche quando il bambino già frequenta. Limitarsi ai capoluoghi, poi, per l’assessorato regionale non rende conto dell’impegno della Regione per dotare di un nido anche i Comuni più piccoli, i quali hanno avuto un punteggio supplementare nelle graduatorie del piano-nidi.
Resta interessante il dato sui costi per le famiglie, che però dovrebbe tenere conto dei diversi scaglioni tariffari legati al reddito, e dei molti rimborsi che la Regione ha distribuito per rendere la cifra al netto più bassa per le famiglie più disagiate. Certamente, è più facile tenere le tariffe basse nelle regioni in cui solo il 5% frequenta il nido, che in quelle in cui i bambini che accedono sono molti di più. L’Umbria ha scelto di andare decisamente verso la diffusione del servizio, attraverso una strategia di sinergia pubblico-privata sotto il governo pubblico: limitare l’indagine ai soli nidi comunali tiene fuori, fra l’altro, anche l’interessante sperimentazione sulle sezioni primavera che è insediata in strutture statali e private, oltre che comunali.
L’Umbria, si ricorda infine, come risulta da un recente rapporto del Governo, è la regione in testa per numero di posti, che fra tutte le tipologie sono più del 35% i bambini tra 0 e 3 anni che frequentano una struttura educativa, e che la pluralità di soggetti erogatori ha permesso una pluralità di tipologie di servizio che va incontro maggiormente ai bisogni delle famiglie.
ALLEGATO (3)
INTERVENTO DI PRECISAZIONE DI ANNA RITA COSSO – SEGRETARIA REGIONALE DI CITTADINANZATTIVA UMBRA – RICHIESTO DA LA NAZIONE
La ricerca dell’ Osservatorio nazionale di Cittadinanzattiva ha un taglio un po’ particolare per quanto riguarda la capacità di accoglienza rispetto alla richiesta: si tratta di dati del 2007, i più recenti disponibili, fonte il Ministero dell’Interno, sono dati omogenei e riguardano i soli asili nido pubblici.
In Umbria per dare risposta alla domanda delle famiglie si è lavorato in modo diverso, costruendo un “sistema integrato di servizi all’infanzia”, nel quale i diversi attori (pubblico, privato, privato sociale) si inseriscono in uno spazio nel quale il pubblico stabilisce i criteri di accreditamento, le regole e gli standard di qualità.
La ricerca dell’ Osservatorio nazionale di Cittadinanzattiva fa riferimento al solo dato pubblico, cioé quello su cui c’è un impegno di legge da oltre trent’anni e diretta responsabilità (per la realizzazione) degli enti regionali e locali. In ogni caso, anche all’interno di questi limiti dichiarati, l’Umbria dimostra un buon livello quantitativo dei servizi .
La cosa importante però è, al di là delle analisi quantitative, riuscire a costruire dei sistemi di qualità che, con modalità simili a quelle dell’audit civico in sanità, garantiscano alle famiglie la possibilità di contribuire al miglioramento continuo dei servizi stessi.
In Umbria c’è in ogni caso una cultura dei servizi all’infanzia (che ha impregnato tutte le culture e le parti politiche) che viene da lontano e ci garantisce notevolmente rispetto al rispetto dei diritti dell’infanzia e delle famiglie.