SOGNARE, ANCORA, DI CAMBIARE IL MONDO …… ( di Anna Rita Cosso )
Il 2015 è stato un anno sicuramente complicato, attraversato da tante tensioni. Una crisi che, al di là degli ottimismi di maniera, non sembra assolutamente arrendersi all’ottimismo; il terrorismo che ci spiazza togliendoci la gioia dell’incontro e della festa e anche il piacere del confronto con il diverso; il cambiamento climatico che irrompe nella nostra quotidianità e che ci angoscia al pensiero di ciò che aspetta i nostri figli e nipoti; la condizione della donna che in vastissime aree del mondo non accenna a migliorare ma anzi regredisce, senza che nessuno provi a contrastare questo infame processo; il sistema bancario che stritola i cittadini e i loro magri sudati risparmi, trattandoli come fossero dei cinici speculatori che sapevano i rischi che correvano e hanno avuto quello che si meritavano; un mondo idiota che spreca le risorse e lascia i bambini soffrire e morire; l’esodo biblico di donne, bambini e uomini che si riversano sull’Europa provocando spesso paura e risentimento invece di accoglienza e com-passione..
Noi però questo anno vogliamo valutarlo e chiuderlo con l’animo di chi spende la propria vita e il proprio tempo nel tentativo (inutile? donchisciottesco? adolescenziale?) di provare a cambiare un poco il mondo e che di conseguenza non può che avere un atteggiamento positivo e pro-positivo.
E allora dobbiamo citare quanto di buono è accaduto intorno a noi in questo anno: forse in primis proprio la consapevolezza della gente, e il loro coraggio e la loro ostinazione a cercare di cambiare le cose. Il mio punto di vista è limitato, provinciale forse, ma mi piace partire da quanto è accaduto intorno a me in Umbria in questo 2015.
Penso alle mamme di Perugia che si sono battute come leonesse per salvaguardare il proprio diritto a occuparsi della salute e del benessere dei propri figli nelle mense scolastiche , contro una cieca e ottusa burocrazia e una politica più sensibile agli interessi dei grandi operatori economici che ai cittadini.
Penso a ciò che ho visto a Spre.K.O la manifestazione promossa da Cittadinanzattiva alla Rocca di Spoleto e a Fa’ la cosa giusta a Bastia Umbra. Tanta gente piena di voglia di combattere lo spreco, il cambiamento climatico, l’economia dei banchieri e degli speculatori, le multinazionali e il loro potere di avvelenarci: esperienze concrete, non chiacchiere.
Penso al Forum degli Stakeholder promosso dall’ARPA Umbria sotto il segno potente di Walter Ganapini: gente impegnata da sempre, gente che lotta e combatte spesso inascoltata e ridicolizzata e che, stupita, si rende conto che anche l’Istituzione vuole finalmente dialogare, nel senso di ascoltare, non solo in quello di parlare. O che quando parla dimostra di aver ascoltato e capito.
Penso all’art. 24 dello Sblocca Italia che finalmente viene compreso nel suo significato forte e autentico : i cittadini associati o meno possono non solo fare gli spazzini delle aree degradate , ma possono prendere in mano spazi pubblici inutilizzati e provare a farli vivere come negli esempi riportati nel progetto Disponibile! di Cittadinanzattiva.
Penso ai tanti volontari , non solo di Cittadinanzattiva ma di una miriadi di comitati e associazioni, che fanno di tutto ogni giorno : camminano, corrono, soccorrono, aiutano, puliscono, promuovono, gestiscono, controllano, contestano, denunciano. Gratuitamente, per passione. Gente che gentilmente fa cose per altra gente .
Tanta gente ha capito e vuole cambiare; si può cominciare provando a cambiare se stessi, il proprio stile di vita, la microeconomia che forse non smantellerà la macro economia ma certamente potrà contribuire a salvare i micro circuiti economici locali. Quella che chiamano economia circolare, una cultura economica che contrasti lo spreco delle risorse, dell’energia o dei beni alimentari, è un potente grimaldello per salvare l’economia e il clima.
Mi piace chiudere citando una frase di Francesco Neri che mi ha molto colpito : “Loro (le grandi multinazionali) hanno i cannoni, ma non sono attrezzate per i moscerini. Dobbiamo rimanere piccoli, ma diventare tantissimi. Non ci vedranno, non capiranno. Sono già morti. Noi invece vogliamo la vita.
Una vita di fiori, di fatica felice, di comunità, di orti, di scienza applicata, di scambi locali, di qualità, di silenzi e di risate, di paese, di bellezza, di amore, di libri, di legno, di profumi, di musica, di rapporti, di vecchi e di bambini, di verdure e animaletti, di alberi, di invenzioni, di attrezzi e conserve, di piantine che germogliano, di calli, di freddo e di caldo, di acqua e camino, di vino, di piccoli progetti e grandi risa, di salute e abbracci.“
E noi cambieremo il mondo. Con i piedi per terra, sognando, lo cambieremo.