SANITA’ in UMBRIA: 2011 – 2019: cosa è cambiato
Più volte in questi anni abbiamo segnalato, anche con esposti all’autorità giudiziaria, l’opacità di certi percorsi e di certe procedure concorsuali. Nei primi giorni del 2011, all’indomani di una altrettanto drammatica “sanitopoli” umbra e dopo le dimissioni dell’assessore regionale alla sanità, Cittadinanzattiva, insieme a molti altri soggetti della società civile, pubblicava un manifesto dal titolo chiaro e netto: Come evitare l’uso privato del nostro servizio sanitario?
Nel documento si argomentava come segue:
Vi è evidenza dell’uso privato del Servizio Sanitario Pubblico da parte dei partiti politici, così come in base alla nostra esperienza condividiamo il fatto che:
a) molti altri (industria farmaceutica, alcuni professionisti dediti alla libera professione, logge di varia espressione e talora anche singoli cittadini) usano il SSR per i propri interessi privati;
b) non va confusa la “politica”, di cui riconosciamo il ruolo positivo e necessario nella promozione e tutela della salute, con l’azione dei partiti politici che nella fase attuale, si occupano molto di gestione, producendo molto uso privato del Servizio sanitario.
Tutto ciò si basa su un sistema di valutazione dei risultati in cui mancano del tutto elementi di terzietà e ancora più a monte su un sistema di assegnazione degli incarichi – che va dalla nomina dei Direttori Generali fino agli incarichi conferiti per mansioni professionali – che predilige la fedeltà al partito/ corrente/ clan territoriale rispetto alla competenza.
A Giugno del 2012 la segreteria regionale di Cittadinanzattiva Umbria esprimeva le seguenti considerazioni:
“…Un altro spreco è costituito dal peso delle lobby e delle appartenenze: aldilà degli esiti giudiziari, la cosiddetta “Sanitopoli umbra” ha ampiamente dimostrato come nella sanità alligni un malcostume che si traduce in carriere, favori, creazione ad hoc di strutture, protezioni che equivalgono a incrementi di spesa pubblica”.
2019: Fa rabbia che a distanza di anni, le situazioni si ripetano, mantenendo analogie e dinamiche. Il sistema clientelare radicato in molti luoghi in Italia, si manifesta in modo particolarmente odioso nella sanità pubblica, perché ha a che fare con una struttura che dovrebbe essere a totale servizio del cittadino malato e può essere combattuto – lo ribadiamo ancora una volta – solo dando spazio alle funzioni di controllo, ascolto, monitoraggio civico esercitate dai cittadini organizzati. Chiediamo che referenti civici siano presenti anche nelle commissioni di concorso e nelle gare d’ appalto, a garanzia di terzietà.
Da quanto fin qui detto, discende logicamente, per rispetto della nostra storia quarantennale in Umbria, che Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato si costituirà parte civile nel processo per questa nuova triste e per certi versi grottesca, sanitopoli umbra.