POVERTA’ IN UMBRIA. NE DISCUTE PIER PAOLO MARCONI CON MONS. GIUSEPPE CHIARETTI A TRE PUNTO LINEA PUNTO
Per molti italiani questo sarà un Natale difficile. Questo è il messaggio che i mass-media ci stanno passando in questi giorni continuamente e questa è l’inevitabile conseguenza della crisi economica globale che quest’anno ha colpito il mondo.
Sono, infatti, 8 milioni e 272 mila le persone che vivono in povertà in Italia, pari al 13,8% della popolazione (nel 2010), per un totale di 2,73 milioni di famiglie povere e purtroppo la povertà è in aumento. Sono anche aumentate del 19,8% le persone che si rivolgono ai Centri di Ascolto Caritas. In soli cinque anni, dal 2005 al 2010, il numero di giovani è aumentato del 59,6%; tra questi il 76,1% non studia e non lavora.
In Umbria, l’incidenza della povertà relativa è inferiore alla media nazionale ed in controtendenza alla crisi: se nel 2009 la povertà coinvolgeva il 5,3% della famiglie residenti, nel 2010 il 4,9% delle famiglie umbre si collocava sotto la linea di povertà relativa. Questo grazie agli ammortizzatori sociali messi in campo dalle Istituzioni civili regionali e locali e all’opera della Chiesa umbra attraverso i Centri di Ascolto Caritas diocesani e parrocchiali con la loro diffusa prassi di erogazioni a fondo perduto e al Fondo regionale Ceu di solidarietà per le famiglie in difficoltà (anch’esso a fondo perduto) attivo dall’estate del 2009, che ha aiutato in due anni circa 1.000 nuclei familiari erogando oltre 1.800.000 euro. Ma gli esperti sostengono che anche in Umbria il “picco” massimo della recessione si registrerà nel 2012, i cui effetti già nel corso di quest’anno si fanno sentire con sensibile incremento di richieste di aiuto pervenute presso i Centri di Ascolto. Per questo i vescovi umbri stanno pensando di rilanciare, a partire dalle proprie comunità diocesane, l’iniziativa del Fondo in aiuto della famiglie più bisognose. “…Certo, incombe su chi governa uno specifico e peculiare dovere di solidarietà. È il dovere, da un lato, di tutelare in modo speciale i più deboli e, dall’altro lato, di rendere possibile e praticabile una convivenza civile che faccia diventare la solidarietà un “habitus” mentale e spirituale, una vera e propria virtù civile. Il Cardinale Tettamanzi in un discorso di fine anno così disse: “Dire che la persona è al centro della solidarietà significa riconoscere che l’altro è sempre una persona concreta, non virtuale o immaginata, non il protagonista di un film, che vive per finta, che muore per finta, che piange per finta, che gioisce per finta, che ama per finta. Dire che la persona è al centro significa tirarla fuori dall’anonimato, significa restituirle “identità”; significa capire che i suoi bisogni e le sue necessità non possono essere mercificati, che tutto non finisce con la concessione di una pensione di invalidità o con un “voucher”, perché nella vita, che è molto di più di un film o di un reality show e che non è mai “per finta”, si piange davvero, si soffre davvero, ci si ammala davvero, si muore davvero, si è abbandonati davvero. Significa accettare di fare un tratto di strada con l’altro, cedergli un pezzo del proprio “mantello”, una parte di noi stessi.” Il 25 prossimo si accingiamo a festeggiare il Natale quindi sul senso di questa festività nel 2011 ne discutiamo domani sera alle ore 18,30
a Teleterni
durante la trasmissione “Tre Punto Linea punto”
condotta da Pietro Paolo Marconi,
il quale ha invitato
S.E. Mons. Giuseppe Chiaretti – già Vescovo di Perugia