L’intervento di Carla Mariotti, eletta responsabile regionale del Tribunale per i diritti del malato
Sono trascorsi più di 30 anni dalla nascita della rete del Tribunale per i diritti del malato (TDM), un’iniziativa di Cittadinanzattiva che promuove e tutela i diritti dei cittadini nell’ambito dei servizi sanitari e assistenziali.
La rete è costituita da comuni cittadini e in qualche caso da operatori dei servizi e da professionisti della salute. L’impegno a titolo volontario in Umbria, ha permesso negli anni che si costituissero numerose sezioni locali attive negli ospedali e nelle ASL.
Il compito del TDM è quello di raccogliere le questioni segnalate dai cittadini e di trasformarle in politiche di promozione della salute, di tutela dei diritti del cittadino e in vere occasioni di cambiamento del welfare sanitario.
I principi ispiratori
Chi aderisce alla rete conosce i principi fondamentali del regolamento interno e presta la propria attività:
- ascoltando, ricevendo i cittadini, trascrivendo le segnalazioni,
- informandosi sui servizi della propria ASL/Az. Osp. al fine di poter fornire ai cittadini risposte adeguate,
- instaurando forme di collaborazione e di confronto con le Direzioni aziendali,
- effettuando periodicamente monitoraggi presso le strutture, anche sulla base di segnalazioni particolarmente rilevanti o frequenti,
- attivando forme di collaborazione con altre organizzazioni civiche,
Nessun aderente può:
- non verificare i fatti denunciati prima di intervenire e risolvere i casi esclusivamente tramite conoscenze;
- delegare le soluzioni ad altri soggetti (es. URP, avvocati), fungendo di fatto, da passacarte;
- non aprirsi alla collaborazione con altre associazioni di cittadini,
- ridurre la tutela ad un’azione di patronato individuale;
Il TDM si occupa di errori medici, di sicurezza delle strutture e degli impianti, dell’umanizzazione, di liste di attesa, di fornire informazioni su procedure, strutture e documentazione sanitaria e più in generale di collaborare con i cittadini e per i cittadini e non per conto di…
Il TDM ha il compito di mobilitare l’opinione pubblica, difendere il diritto alla salute, privilegiare la continuità dell’azione scommettendo sulla collegialità.
L’Audit civico per esempio è stata davvero un’esperienza di collegialità e di partecipazione.
I risultati ottenuti dalla prima valutazione civica effettuata in Umbria hanno posto le basi per nuovi progetti di tutela ospedaliera e territoriale, segnalando tra l’altro che è necessario uscire da una visione ospedalocentrica per attivare in modo nuovo i servizi territoriali. Soprattutto i risultati hanno confermato che spesso non c’è correlazione tra spesa pubblica e qualità dell’offerta e che anche laddove esistono soddisfacenti servizi, il cittadino non ne è a conoscenza.
Quindi non stupiamoci se sono aumentate ai nostri sportelli, le segnalazioni sul tema dell’invalidità civile e della disabilità, per la riduzione dell’accesso ai servizi e alle prestazioni e soprattutto per l’incremento di nuovi ticket.
Il riordino del servizio sanitario regionale
Oggi la capacità del SSR è quella di continuare a fornire ai cittadini risposte efficaci ed eque. La sfida è difficilissima perché incide sulla progressiva diminuzione delle risorse economiche messe a disposizione delle regioni italiane.
In Umbria da tempo sentiamo dire che il modello organizzativo del Servizio Sanitario Regionale sarà rivisto, si parla di accorpamenti di strutture, di nuove modalità di erogazione delle prestazioni e degli interventi sanitari al fine di migliorare ulteriormente l’appropriatezza dei servizi e delle prestazioni nel contesto di risorse economiche disponibili limitate.
La domanda in merito sorge spontanea: prima di prevedere un riordino è stata fatta un’accurata analisi dell’evoluzione del quadro demografico ed epidemiologico?
Si conoscono realmente i bisogni di salute dei cittadini?
Dopo che hanno aperto S.C. in più ospedali senza valutarne l’impatto della spesa, ci viene detto che è necessario evitare ridondanze e duplicazioni?
Le strutture sanitarie pubbliche
Dagli ospedali giungono segnalazioni che riferiscono di posti letto insufficienti, di lunghe attese al pronto soccorso, di carenza di personale e di dimissioni spesso affrettate che non seguono l’attivazione di procedure di accompagnamento del paziente e del familiare.
I cittadini sono preoccupati della chiusura dei piccoli ospedali e della mancanza di strutture di riferimento sul territorio. L’Audit civico ci ha informati che solo la ASL n°2 e n°3 possiede strutture per le Cure Palliative tipo l’hospice. Ed ancora: le RSA sono intasate, trovare agli anziani un’abitazione alternativa alla propria casa è un’imprese titanica.
Una ricognizione a campione che sarà presto approfondita è l’anomalia esistente tra liste di attesa per prestazioni/visite ordinarie e liste in intramoenia.
Le strategie del TDM
Se vogliamo garantire un accesso alle prestazioni universale, equo e solidale si dovrebbe iniziare a riflettere su come rafforzare l’assistenza territoriale e domiciliare, sul segnalare che il vecchio nomenclatore sull’assistenza protesica ha necessità di essere aggiornato. Bisognerebbe investire sulla prevenzione che seppur inizialmente molto costosa, garantisce benefici e riduzione delle patologie nel corso degli anni e di conseguenza della spesa sanitaria.
Un passaggio fondamentale è quello di riconoscere l’empowerment dei cittadini come una modalità per cambiare la percezione del nostro sistema sanitario, attraverso i quali i cittadini si sentiranno soggetti attivi e non semplici fruitori passivi della cosa pubblica.
Si ritiene inoltre la spesa sanitaria abbia necessità di tagli selettivi e non lineari e che si debba premiare le aziende che investono nella qualità e sicurezza delle cure, nell’umanizzazione ed attenzione ai soggetti fragili oltreché nella valorizzazione delle buone pratiche.
Come scendere in campo
Si dovrà procedere con quanto ha sempre caratterizzato il TDM, dovranno partire i monitoraggi su questioni specifiche da approfondire e i risultati dovranno essere resi pubblici.
Le questioni da trattare saranno quelle maggiormente segnalate ma anche quelle emergenti.
Si dovrà costruire un ambiente dove l’alleanza e la cooperazione saranno i cardini delle attività al fine di strutturare occasioni di confronto, di dialogo e di risoluzione con tutti i soggetti coinvolti nel sistema sanitario.
Infine bisognerà insistere e richiedere trasparenza sui bilanci aziendali, sugli incarichi conferiti al personale medico e paramedico e sugli appalti e non ultimo sulle performance delle strutture ospedaliere.