L’intervento del Presidente Paolo Baronti a Festambiente Umbria 2014 – Progetti di rigenerazione urbana
PERUGIA: la Residenza universitaria “diffusa”
di Paolo Baronti
1. Il futuro delle Città europee La via obbligatoria allo sviluppo futuro dell’Europa sta nell’attuazione della strategia di Lisbona, cioè competere “con l’eccellenza, l’innovazione, la creatività, cioè usando i nostri punti di forza”. Ciò significa, tra l’altro, fare in modo che l’orientamento al pensiero e all’innovazione diventi un orientamento collettivo, voluto e condiviso dall’intera società e dall’intera economia. Quindi, la sostenibilità del processo di crescita deve essere sempre più profondamente legata alla cultura locale, che va coltivata nella sua specificità. Tali concetti sono largamente noti agli Amministratori della città di Perugia in quanto rappresentano i criteri con i quali vengono selezionate ogni anno le prossime Capitali europee della cultura, selezione che vede Perugia tra le finaliste per il 2019
2. La residenza universitaria a San Bevignate. La vicenda della residenza universitaria che stava sorgendo accanto al complesso di San Bevignate ha visto una vera sollevazione da parte di una vastissima compagine di Associazioni, singoli cittadini, amministratori vari, che, tutti, hanno indicato tale opera come “uno scempio in un’area verde di enorme interesse culturale”.
Mentre tutti, istituzioni e cittadini, stanno dibattendo sulle evidenti e larghe responsabilità spesso solo omissive, peraltro non meno gravi, che hanno consentito ad un progetto del genere di arrivare, impunemente, fino all’inizio lavori con lo sbancamento dei terreni e l’abbattimento di numerosi piantoni di olivo, nessuno è apparso interrogarsi sui possibili riflessi di tale accadimento sull’iter di Perugia capitale europea della cultura 2019
San Bevignate è per moltissimi perugini un simbolo di valori e di eventi storici molto significativi e sono tutti convinti della “assoluta intangibilità” del sito e pertanto il progetto verrà sicuramente bloccato.
Laddove, invece, la realizzazione fosse avvenuta, in un’altra area senza particolari insediamenti storici significativi, tale opera sarebbe stata realizzata senza particolari intoppi, ma sarebbe stata egualmente, come quella prevista per San Bevignate estranea o meglio contraria a quei principi dell’economia della conoscenza, cioè la sostenibilità, l’assenza di impatto ambientale ed, in positivo, il riuso, che sono alla base della nuova economia e dei “criteri” usati dalla Giuria per la scelta della capitale.
3. La soluzione innovativa. C’è invece una modalità totalmente rispondente a tali principi e valori, per realizzare una residenza universitaria per una Città capitale europea della cultura: la residenza universitaria diffusa. Si tratta di applicare a tale servizio per studenti fuori sede, il concetto dell’albergo diffuso, una formula d’accoglienza turistica in cui l’Italia è all’avanguardia, pensata e realizzata all’inizio degli anni ’80 da uno dei massimi esperti di marketing territoriale, il prof. Giancarlo Dall’Ara che, tra l’altro, insegna all’Università di Perugia.
In estrema sintesi l’albergo diffuso è una proposta concepita per offrire agli ospiti l’esperienza di vita di un centro storico di una città o di un paese, potendo contare su tutti i servizi alberghieri, cioè su accoglienza, assistenza, ristorazione, spazi e servizi comuni per gli ospiti, alloggiando in case e camere che distano non oltre 200 metri dal “cuore” dell’albergo diffuso: lo stabile nel quale sono situati la reception, gli ambienti comuni, l’area ristoro. L’AD è anche un modello di sviluppo del territorio che non crea impatto ambientale. Per dare vita ad un Albergo Diffuso infatti non è necessario costruire niente, dato che ci si limita a recuperare/ristrutturare e a mettere in rete quello che esiste già. Inoltre un AD funge da “presidio sociale” e anima i centri storici stimolando iniziative e coinvolgendo i produttori locali considerati come componente chiave dell’offerta. Un AD infatti, grazie all’autenticità della proposta, alla vicinanza delle strutture che lo compongono, e alla presenza di una comunità di residenti riesce a proporre più che un soggiorno, uno stile di vita.
Si tratta pertanto di individuare la zona del Centro storico più “disastrata” dai mutamenti succedutisi nella vita di Perugia negli ultimi trenta anni, e cioè il reticolo di vie poste sulla direttrice via Cartolari, via della Viola, via del Roscetto e realizzare lì la nuova residenza universitaria operando con gli stessi principi sopra descritti per l’AD. Cioè : SOSTENIBILITA’, NESSUN IMPATTO SULL’AMBIENTE, RIUSO.
Sarebbe anche auspicabile che il Sindaco di Perugia, una volta accolta la proposta, ne desse un’ampia risonanza a livello nazionale, così da influenzare positivamente i componenti della giuria chiamati a decidere, i quali, in questa fase, operano un monitoraggio delle azioni innovative messe in campo dalle Città candidate.
L’adozione di tale progetto gioverebbe infatti molto a rafforzare la candidatura di Perugia, comunque molto di più degli slogan da Curva nord attualmente disseminati per le piazze della città, tipo: “Siamo in finale, saremo Capitale”.