Lettera Aperta alla Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e al Sindaco di Perugia Vladimiro Boccali sulle problematiche del Servizio psichiatrico diagnosi e cura (SPDC) di Perugia

marini La situazione dell’SPDC (Servizio psichiatrico di diagnosi e cura) di Perugia è sempre stata al centro dell’interesse delle Associazioni dei malati, dei consumatori e degli utenti; in particolare i sottoscrittori della presente hanno  ripetutamente denunciato le inaccettabili condizioni strutturali e logistiche in cui esso è costretto ad operare.Già nel 2008, a Perugia  un Consiglio Comunale aperto promosso dalle Associazioni dei familiari dei malati ha rivendicato con forza una soluzione al problema, ricevendo assicurazioni dalle Istituzioni per un trasferimento della struttura entro il 1° gennaio 2009: data  trascorsa da tempo senza che nulla cambiasse.

 Oggi finalmente sentiamo riparlare di trasferimento, ma quello che viene prospettato sulla stampa e che lunedì prossimo la Giunta regionale andrà ad approvare, secondo le ultime indiscrezioni, ci lascia costernati: il Repartino ( o una parte di esso)  verrebbe trasferito al Santa Maria della Misericordia ospedalizzando l’intera compagine  e prevedendo l’istituzione di due nuovi primariati (uno ospedaliero e l’altro universitario, con otto posti letto a testa) ed una vaga relazione con il DSM della AUSL 2.

 In tal modo si spezzerebbe ogni legame con il territorio, dimenticando che dalla legge Basaglia in avanti è ormai universalmente riconosciuto da tutta la comunità scientifica che dramma della malattia mentale può essere curato solo nel territorio,   quando il malato esce dalle situazioni di crisi e affronta la vita e le relazioni di ogni giorno.

 In una situazione epidemiologica segnata dal costante incremento del carico assistenziale che grava sui servizi di salute mentale, sono nondimeno   necessarie  risposte assistenziali integrate che prevedano la presa in carico della persona nella sua globalità. Garantire continuità assistenziale nelle diverse fasi della malattia significa far si che, di fronte ad una riacutizzazione, possano essere disposti momenti di assistenza continuativa in strutture che garantiscano anche una risposta appropriata alle condizioni di co-morbosità spesso presenti in tali pazienti.

Se questo dà senso alla collocazione del SPDC in una struttura ospedaliera, la particolare  natura di questi bisogni assistenziali, implica la adozione di approcci gestionali che non facciano venire meno l’integrazione tra SPDC e territorio.

 Se si parte dai bisogni, la soluzione è  concettualmente semplice: il SPDC viene collocato come  struttura nell’Ospedale di Perugia per garantire tutte le cure necessarie ai pazienti in fase acuta, ma la responsabilità assistenziale fa capo al DSM della AUSL n. 2.

         Se invece si parte da una coppia di nomi a cui bisogna costruire una carriera, il rischio di attivare soluzioni pasticciate è altissimo, come nel caso di specie.

 Le associazioni firmatarie pertanto lanciano alle Istituzioni regionali e locali i  seguenti allarmi:

1)     Il SPDC, detto “repartino” di Via Del Pozzo va  assolutamente trasferito, come promesso da anni, in locali che consentano una collocazione dignitosa per i malati e per gli operatori;

2)     Esso deve continuare a fare riferimento alla struttura dipartimentale dei servizi territoriali;

3)     Va data assoluta priorità all’assistenza post fase acuta nel territorio;

4)     Sull’insieme dei servizi psichiatrici va programmata un’attività di valutazione civica svolta da soggetti terzi, azione da  estendere anche alle strutture universitarie;

5)     Va assolutamente evitato che, mentre si vogliono  risolvere i problemi delle persone in stato di sofferenza, qualcuno punti a fare  gli interessi di singole carriere personali, creando frammentazione organizzativa e  riproponendo ancora una volta l’uso privato del servizio sanitario pubblico.

Chiediamo  pertanto alla Regione dell’Umbria  la convocazione di un tavolo con le associazioni per attivare un confronto che, su una tematica così importante, sappia trovare soluzioni condivise.

 

Perugia, 14 gennaio 2011

 

 Cittadinanzattiva Umbria – Tribunale per i diritti del malato di Perugia   

ACU – Associazioni Consumatori e Utenti dell’Umbria

Forum Terzo Settore   

 Associazione San Costanzo

 Associazione Itaca

 Associazione Amici di Kaos  

 

 ADOC Umbria   

 Unione Nazionale Consumatori

Movimento difesa del  cittadino – Umbria