Lancio della campagna per l’abolizione dei vitalizi dei Consiglieri regionali. CISL, CITTADINANZATTIVA, LEGAMBIENTE E LIBERA INSIEME PER DIRE : “LIBERIAMO LE RISORSE IMMOBILIZZATE DEI COSTI DELLA POLITICA E METTIAMOLI AL SERVIZIO DELLA COMUNITA’ REGIONALE”

Foto0119E’ stata presentata nei giorni scorsi all’Auditorium di Sant’Anna la petizione proposta da CISL, Cittadinanzattiva, Libera e Legambiente .

PETIZIONE

al Consiglio regionale dell’Umbria

Vitalizi dei consiglieri regionali: passare subito al sistema contributivo, ripristinando la piena legalità costituzionale, restituendo tali somme alla comunità regionale, anticipandone la decorrenza al 1 Luglio 2013, per aumentare da subito, la dotazione del Fondo per la non autosufficienza, per il sostegno dei nuclei familiari deboli e per il rilancio dell’occupazione giovanile

i sottoscritti cittadini, elettrici ed elettori del Consiglio regionale,

Premesso che:

  • il vitalizio per i consiglieri regionali non solo non è previsto dalla normativa statale istitutiva delle Regioni, anzi è espressamente vietato dalla legge n.53 del 1962 all’art. 18, che stabilisce appunto che “Ai membri dei Consigli regionali non possono essere attribuiti con legge della Regione prerogative e titoli che per legge o per tradizione siano propri dei membri del Parlamento o del Governo”;

  • gli Statuti regionali approvati nel 1971 da tutte le Regioni prevedevano la sola indennità, modulata in percentuale su quella dei parlamentari;

  • i vitalizi furono subito istituiti ed erano legittimi, in quanto “ritagliati” come “quota” ricavata all’interno dell’indennità di consigliere regionale, da percepire in maniera differita, nei limiti di disponibilità del relativo fondo, senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale;

  • tutte le Regioni, Umbria compresa, all’atto dell’istituzione del fondo avevano previsto un livello di contribuzione da parte dei consiglieri regionali, da subito totalmente inadeguato ad onorare i corposi vitalizi previsti e così, fin dalla seconda legislatura, furono fatte passare, con l’accordo di tutti i partiti a livello nazionale, delle “leggine” che prevedevano che “l’eventuale disavanzo del fondo può essere integrato con una contribuzione una tantum” – L.R. Umbria n. 8/73 art.3 – a carico del Bilancio del Consiglio regionale”;

  • l’integrazione del Fondo per i vitalizi con risorse a carico dei bilanci dei Consigli regionali, non è stata “una volta soltanto” come prescriveva la legge, ma permanente e sempre più imponente, così da raggiungere nel 2012, in Umbria, oltre il 78% della spesa dei Consigli regionali, con un importo per l’Umbria di € 2.567.929,00 mentre la contribuzione dei consiglieri ammonta a € 703.000,00;

  • nel 2011 con l’art. 14 del D.L. n. 138 – Decreto Tremonti – si prevedeva, per ridurre la spesa pubblica impropria, “ il passaggio, entro sei mesi dalla sua entrata in vigore e con efficacia a decorrere dalla prima legislatura regionale successiva, al sistema previdenziale contributivo per i consiglieri regionali, cioè un sistema rapportato ai contributi effettivamente versati, senza più pesare sul sempre più ridotto Bilancio regionale ;

  • a seguito di tale nuova normativa, tutti i Consigli regionali hanno provveduto a modificare la normativa sui vitalizi, ma, invece che adeguarsi a tali nuove prescrizioni, hanno provveduto ad abolire i vitalizi per i “prossimi” consiglieri regionali, mantenendo, però, intatti gli importi per se stessi, senza cioè applicare il metodo contributivo: un’operazione che rischia di apparire come un’operazione da vera e propria “casta”, la quale non applica le leggi quando riguardano i propri interessi;

  • che il Governo Monti, seguito dello scandalo della Regione Lazio è ritornato sulla materia con il decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174: “Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, …”, nel quale ribadisce il contenuto del Decreto Tremonti, cioè ha emanato un nuovo decreto legge per far applicare una legge, fatto che costituisce di per sé, un vulnus alla Costituzione repubblicana;

  • per obbligare le Regioni ad adempiere a tale norma, il Decreto legge ha stabilito che una quota pari all’80 per cento dei trasferimenti erariali a favore delle Regioni, diversi da quelli destinati al finanziamento del Servizio sanitario nazionale e al trasporto pubblico locale, non verrà erogata se non avranno approvato la legge regionale di recepimento entro il 10 Giugno 2013: cioè i fondi per il sociale per lo sviluppo per l’agricoltura etc. rimarranno fermi nelle casse dello Stato;

Atteso che:

· a meno di un mese dalla scadenza prevista dalla legge, non risulta essere stata adottata nessuna iniziativa legislativa in merito né dalla Giunta regionale, né dall’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale;

Ritenuto che:

· appare grave il ritardo maturato dagli organi regionali nel predisporre il disegno di legge di recepimento delle norme indicate;

· che, inoltre, non ha alcuna base giuridica sostanziale, il procrastinare alla “prossima legislatura” un esborso a carico dell’erario palesemente non fondato, tenuto conto dei profondi e dolorosi tagli alle risorse per i servizi sociali e sanitari effettuati dal governo Monti per far fronte alla crisi fiscale dello Stato;

tutto ciò premesso

CHIEDE

al Consiglio regionale dell’Umbria

1. di adottare da subito la legge di recepimento del Decreto Tremonti con la rimodulazione dei vitalizi per tutti gli ex consiglieri regionali, calcolati sulla base dei contributi effettivamente versati con il “montante” utilizzato dall’INPS;

2. di stabilire come data di decorrenza per tale nuovo sistema il 1 Luglio 2013;

3. di destinare i risparmi valutabili in circa 2 milioni su base annua, alle seguenti finalità:

· 400.000 Euro al Fondo per la non autosufficienza;

· 1 milione di Euro ai Comuni per il sostegno ai nuclei familiari deboli: madri sole con minori, coppie di anziani con redditi ridotti etc.

· 600.000 Euro ad un fondo per sostenere imprese giovanili nell’economia della conoscenza.