FORUM ESTIVO DI CITTADINANZATTIVA UMBRIA SULLA MANOVRA FINANZIARIA DEL GIOVERNO – Le considerazioni dei nostri responsabili locali
Nei giorni intorno a Ferragosto, abbiamo raccolto le considerazioni ” a caldo” di alcuni responsabili locali di Cittadinanzattiva Umbria, sulla preannunciata nuova manovra finanziaria.
Ne è emerso un dialogo a distanza estremamente interessante che riteniamo utile riportare:
TERESA GIACANELLI: questa manovra è un’ennesima prova del fatto che chi è al potere non ha assunto il ruolo di “governare il popolo”, ma continua imperterrito a chiedere sacrifici senza creare la speranza per un futuro migliore. Certo la crisi non riguarda solo l’Italia, la richiesta di equità e giustizia arriva da ogni parte del globo. I giovani e meno giovani hanno sempre visto calpestati questi principi in nome di “fantomatiche” necessità per il benessere del “Paese Italia”.Non si possono ignorare i movimenti che stanno sorgendo spontaneamente come denuncia e manifestazione di una ferma volontà di vedere rispettata la loro stessa dignità di esseri umani.
PIERPAOLO MARCONI : dalle prime notizie di questa mattina, mi sembra che la manovra non colpisca in modo equo la società, i ricchi pagano molto poco, perchè non è la stessa cosa togliere 500 euro a uno che guadagna 150.000 euro e le detrazioni per figli a carico a chi guadagna 1.000 euro.
Da valutare quello che accade sul terreno istituzionale, in Umbria chiude la provincia di Terni e praticamente la Valnerina diventa un comune unico, questo forse non è poi male, anche se poi bisogna domandarsi a che serve una provincia che coincide con la regione?
queste le prime riflessioni a caldo poi dovremo leggere meglio il testo della manovra.
ROSSANA SANTI
Sull’onda lunga dell abolizioni io eliminerei anche la Regione e trasformerei l’Umbria in una bella città di media grandezza includendola nella regione Toscana, con cui molte sono le affinitità culturali, o nella laboriosa regione Marche per condividerne la produttività. Così facendo non ci sarebbero più campanilismi, egemonie, ingiustizie…..saremmo tutti concittadini e si otterrebbero anche discreti risparmi.
ANTONELLA FORTUNATO
La manovra, i politici, i tagli, i costi insostenibili….sono i soliti
ingredienti di una minestra riscaldata svariatissime volte che, ovviamente, non
aiuta nessuno, soprattutto noi giovani che cerchiamo in tutti i modi di
ritagliarci, in modo onesto, un piccolo posto in questo “mondo di ladri” ( non
me ne voglia il buon Venditti se ho rubato il titolo di una sua significativa
canzone!) Ormai dobbiamo inventarci tutti i lavori possibili per cercare di
arrivare alla fine del mese con qualche spicciolo in tasca che ci permetta
almeno di comprare il necessario; ovviamente mettere soldi da parte per i vizi
o le gitarelle fuori porta non è nemmeno pensabile allo stato attuale.
Per tutto ciò sono amareggiata e desolata! Per carità, si deve andare avanti,
sperando che qualcosa cambi e che i nostri governanti abbassino lo scettro del
potere e del comando anarchico per vestirsi,una volta, di umiltà.
PAOLA GIULIVI : L’UNICA MANOVRA RISOLUTIVA, PERCHE’ RIDAREBBE FIDUCIA ,
MA CHE NON VERRA’ MAI ATTUATA APPIENO E’ LA DECIMAZIONE DEI POLITICI E/O I LORO COSTI; STAREMO A VEDERE CON LA RIDUZIONE DELLE PROVINCE, CI SARA’ DA RIDERE….
MI DISPIACE PERO’ PER I PICCOLI COMUNI
GABRIELE SILVESTRI PRIME RIFLESSIONI A RUOTA LIBERA: confermo il giudizio negativo, in particolare sul fatto che è iniqua, infatti sembra che colpisca anche i redditi alti ma in realtà non aggredendo l’evasione fiscale attacca solo i redditi alti dichiarati, escludendo quindi tutto il lavoro autonomo.
inefficace perchè non c’è niente per aumentare la crescita, non sceglie tra rendita e profitto, cioè continua a tutelare le rendite immobiliari e non riduce le tasse alle imprese e al lavoro, che è quello oggi necessario per far ripartire il mercato interno e gli investimenti.
in italia si premia sempre la rendita anzichè l’intrapresa!!!!!!
ingiusta poi perchè sulle norme sul lavoro incentiva il sindacato “lecchino”, può andar bene allargare a erga omnes il valore dei contratti ma se accompagnata da una norma di democrazia che impone l’approvazione per referendum, altrimenti si premiano i sindacati “gialli”, soprattutto ora che nelle fabbriche non c’è più la massa critica degli operai.