DOCUMENTO APPROVATO ALL’UNANIMITA’, A CONCLUSIONE DEL SEMINARIO SVOLTOSI A FIESOLE IL 5 E 6 SETTEMBRE 2009 DAL TITOLO: CITTADINANZATTIVA: CAPIRE IL PRESENTE, DISEGNARE IL FUTURO
SEGRETERIE REGIONALI
MARCHE – TOSCANA – UMBRIA
Capire il presente, disegnare il futuro – per coloro che vogliono essere cittadini attivi – sono esigenze permanenti che non possono essere soddisfatte solo attraverso incontri che si tengono ogni due o quattro anni, in corrispondenza degli ordinari termini congressuali.
Per questo – invitati dalle segreterie di Cittadinanzattiva di Toscana, Umbria e Marche – ci siamo riuniti in un seminario interregionale, che auspichiamo sia il primo di una lunga serie e l’occasione perché anche altri seguano il nostro esempio e si riuniscano per interrogarsi, scambiarsi idee e esperienze, confrontarsi.
Viviamo un periodo difficile nel nostro Paese e nel mondo, nel quale l‘incertezza e perfino la paura sembrano diffondersi in tanti luoghi, contesti sociali e fra tante persone, compresi coloro che si sono sempre sentiti al sicuro.
La crisi economica e finanziaria non riguarda solo gli addetti ai lavori o i governi: tocca direttamente i cittadini che vedono a rischio posti di lavoro, risparmi, prestazioni sociali e servizi pubblici, esposti a tagli pesanti, non solo perché i bilanci pubblici hanno meno soldi, ma anche perché è più debole il potere contrattuale dei cittadini.
Dare voce ai cittadini, ma anche a chi viene da altri paesi per lavorare e vivere tra noi e con noi diventa, quindi, il primo impegno che noi – cittadini attivi – possiamo assegnarci.
Dare voce, però, vuol dire non solo adoperarsi su singoli casi, assistendo le persone che hanno problemi, ma significa:
· sforzarsi di conoscere i fenomeni, le situazioni da cui derivano e la dimensione collettiva in cui si inseriscono;
· elaborare un punto di vista e linee di intervento, attraverso la partecipazione dei cittadini, e rappresentare queste ultime nelle sedi istituzionali dove si assumono le decisioni sulle politiche pubbliche.
Possiamo farcela se sappiamo perseguire, con intelligenza e determinazione corali, l’obiettivo – che deve essere il nostro obiettivo – che lo Stato diventi lo Stato dei cittadini, facendo sì che la politica diventi quello che dovrebbe essere: una funzione sociale che, in concorso con i cittadini e con le loro espressioni, affronta le questioni di interesse generale e, democraticamente, decide sui beni comuni.
Oggi non è così e questo rende più difficile fronteggiare gli effetti della crisi mondiale e della nostra specifica crisi.
L’Italia vive da tempo una crisi di governo della società e risorse immense sono già state dissipate, in nome di politiche erronee e per favorire interessi di gruppo, se non anche individuali.
La coesione sociale e la stessa unità del Paese sono minacciate da un’ottusa rincorsa ai particolarismi, favorita dalla politica di governi incapaci di assicurare all’Italia ed ai suoi abitanti un sano e corretto sviluppo.
Assistiamo invece ad un regresso che minaccia noi, come cittadini, la stabilità della nostra democrazia e ci indebolisce nel contesto internazionale.
Cittadinanzattiva non può che essere dalla parte del cambiamento:
· per il progresso della situazione economico-finanziaria e occupazionale;
· per l’unità nazionale;
· per la difesa dei diritti;
· per una più compiuta democrazia, attraverso la partecipazione dei cittadini.
Mentre appaiono rimesse in discussione libertà basilari per le società democratiche – come la libertà della stampa, intimidita e osteggiata dalla più potente sede istituzionale e minata dalla concentrazione e da irrisolti conflitti d’interesse – noi riaffermiamo l’obiettivo di ristrutturare il nostro sistema democratico, perfezionandolo e rafforzandolo con la partecipazione dei cittadini.
Siamo convinti che far bene i cittadini fa bene alla democrazia e la nostra democrazia non è – e non vuole essere – quella delle forme prive di contenuti o della passività di sondaggi, orientati dai committenti ed in funzione dei loro interessi.
La nostra democrazia è quella dove ognuno possa far conoscere e far pesare le sue idee e le sue proposte e possa trovare i canali di comunicazione aperti verso la società e verso le istituzioni.
Cittadinanzattiva ha senso, se ha questo orizzonte.
Dobbiamo, perciò, guardare a noi stessi, capire cosa vogliamo e in quale direzione vogliamo andare.
La nostra prospettiva è l’Italia, ma noi siamo ormai anche cittadini europei e ci sentiamo cittadini del mondo.
La libera circolazione delle persone, la stessa moneta unica europea, una fusione di culture, stili di vita e idee riguarda tutti noi e non possono sfuggire nemmeno coloro che sembrano volersi rinchiudere nella sola dimensione locale.
Quest’ultima ci riporta al territorio e, quindi, alla concretezza dei problemi quotidiani e ci costringe a dare valore alla presenza di una collettività della quale facciamo parte.
D’altra parte, la dimensione globale entra nelle vite di tutti e si impone con la drammaticità delle crisi economiche, ma anche con la circolazione delle informazioni e con l’esplosione della comunicazione fra persone.
Una nuova centralità della persona può nascere anche dallo sviluppo delle individualità che, quando non degenera in individualismo, può essere la base per riconoscerci come cittadini, cui spettano diritti, doveri, poteri e responsabilità.
L’umanità globale fa parte del nostro orizzonte, perché il nostro essere cittadini attivi non può mirare soltanto a ritagliare spazi di autonomia civica o ad occuparsi di singole questioni o a gestire interventi settoriali, lasciando che siano altri a decidere delle sorti di tutti, attraverso l’esercizio di poteri insindacabili ed intoccabili.
Perché questo non accada, o non continui ad accadere, dobbiamo convenire su cosa significhi oggi – dai punti di vista teorico, organizzativo e pratico – definirsi associazione e, allo stesso tempo, movimento.
Pluralità, federalismo, partecipazione, condivisione, solidarietà – a nostro parere – devono esserne i tratti essenziali.
Un grande sviluppo della presenza sul territorio è condizione irrinunciabile perché Cittadinanzattiva possa essere un interlocutore autorevole e un protagonista delle battaglie per l’affermazione dei diritti.
Per lo sviluppo di Cittadinanzattiva, è essenziale il protagonismo di base – unitamente alla reciproca collaborazione tra centro, regioni e assemblee territoriali – per mirare, in primo luogo, alla crescita delle persone e delle loro capacità di intervento e di organizzazione.
Per questo, è necessario che le risorse si cerchino e si utilizzino lì dove si svolgono le politiche del movimento.
Abbiamo impegni concreti già definiti in terreni dove si può misurare la nostra capacità e la validità delle nostre idee.
Organizzare la partecipazione civica nell’ambito locale significa occuparsi dei diritti dei cittadini nei servizi pubblici, utilizzando, fra l’altro, le grandi opportunità che ci offre il comma 461 della legge 244 del 2007, che può essere assunto come modello anche in altri ambiti regionali o settoriali.
La sanità rimane il campo nel quale dobbiamo dimostrare che la difesa dei diritti non può essere disgiunta dalle decisioni politiche con le quali si determina l’assetto del servizio, il livello delle prestazioni e l’utilizzo del denaro pubblico.
In altri campi – come i servizi giudiziari, la scuola, la comunicazione e l’informazione – la nostra iniziativa deve mirare ad un deciso sviluppo, che parta dalla nostra capacità di riflessione e di mobilitazione, che, pur con il coordinamento dei livelli nazionale e regionale, non possono che procedere dai momenti organizzativi di base di Cittadinanzattiva.
Il seminario di Fiesole non vuole essere un fatto circoscritto, concluso in se stesso e, quindi, privo di effetti.
Il discorso è appena iniziato ed è nostra intenzione diffonderlo, mantenendolo vivo tra di noi e coinvolgendo altri, all’interno e all’esterno di Cittadinanzattiva.
A tal fine, unanimemente, i partecipanti al seminario interregionale di riflessione hanno ritenuto di costituirsi in Laboratorio civico di Fiesole, per:
· continuare a lavorare insieme;
· condividere ed elaborare esperienze;
· porre in atto una circolazione di informazioni che non escluda nessuno e che non sia diretta pregiudizialmente contro alcuno;
· per costruire un più forte movimento di cittadini attivi.
Abbiamo compiti impegnativi, ma non siamo soli.
Ci sono tante organizzazioni della cittadinanza attiva, con le quali possiamo capirci e lavorare insieme. E, poi, ci sono tanti cittadini attivi – e attivabili – che possono partecipare e condividere le nostre idee: si tratta di far loro sapere che noi ci siamo e che, insieme, possiamo fare molto per il nostro Paese.