Dati sulla psichiatria in Umbria
Al Presidente del Consiglio Regionale dell’Umbria
Dott.sa Donatella Porzi
Al Presidente della Giunta Regionale dell’Umbria
Dott.sa Catiuscia Marini
All’Assessore alla Tutela e Promozione della Salute della Regione dell’Umbria
Dott. Luca Barberini
Al Presidente della III° Commissione Consiliare Permanente Sanità e servizi Sociali
Dott. Attilio Solinas
Ai gruppi consiliari regionali
Forza Italia
Fratelli d’Italia A.N.
Gruppo Misto
Lega Nord L.U.
Movimento 5 Stelle
Partito Democratico
Socialisti Riformisti
PERUGIA 03 maggio 2018
Alcuni articoli del Sole 24 Ore ed in particolare il Rapporto Nazionale 2017 sulla salute mentale in Italia ( QUADERNI DI EPIDEMIOLOGIA PSICHIATRICA SIEP N. 1/2017) fotografano la situazione della psichiatria nazionale e quella umbra, con parametri e numeri precisi.
Dalla loro lettura è possibile individuare i punti di criticità e le carenze gravi, sul lato dei servizi sanitari nell’ambito della salute mentale che la nostra regione manifesta rispetto al quadro nazionale.
Di seguito alcuni dati dal Rapporto Nazionale SIEP 2017 della regione Umbria rispetto alla media nazionale :
Variazione % sul set di indicatori R. Umbria/ media nazionale:
Spesa finanziaria per la salute mentale in % sulla spesa sanitaria
Umbria: 4,65% media nazionale: 3,42%
Posti letto ospedalieri /100.000 ab. – 53,40%
Dotazione personale /100.000 ab. – 41,80%
Costo pro capite per la salute mentale + 34,50%
Spesa % per la salute mentale su FSR + 33,20%
Dimissioni da reparti psichiatrici / 10.000 ab. – 52,10%
Strutture residenziali /100.000 ab. + 139,60%
Presenze in strutture residenziali /100.000 ab. + 60,50%
Presenze in str. semiresidenziali /100.000 ab. – 36,60%
TSO/100.000 ab. + 12,30%
Accessi in PS/100.000 ab. + 27,50%
I valori negativi evidenziano carenze importanti che verranno esaminate di seguito, argomentando
quanto queste incidano negativamente sulla vita dei pazienti e delle loro famiglie, e vadano ad
aggiungersi ai costi pubblici e sociali della nostra regione.
41,80% di dotazione del personale rispetto alla media nazionale
Tale dato colloca la nostra regione agli ultimi posti in Italia. Questo obbliga medici e paramedici di
tutti i comparti della salute mentale a lavorare in costante emergenza. Ma comporta altresì per i
pazienti e le loro famiglie le gravi carenze di seguito elencate:
1. la prima consiste nell’impossibilità di ottenere una diagnosi precoce (unico strumento che
permette la cura e l’accesso alle cure psicologiche per il recupero positivo della persona ed una
adeguata recovery);
2. la seconda carenza consiste nel non permettere a tutti gli aventi diritto di poter accedere alle
tutele di legge, in quanto spesso la mancanza di una diagnosi certa e precisa non consente loro di
accedere ai benefici suddetti (di godere cioè dei benefici delle leggi 104 e 68, compresa la
reversibilità della pensione);
3. la pesante carenza di personale ben formato ed adeguato nel numero non permette tra l’altro di
lavorare sulla prevenzione per effettuare diagnosi fin dall’età pediatrica, poiché è oramai accettato
dalla comunità scientifica che molti disturbi possono dare i primi segnali di esordio già nella prima
infanzia, oltre che nell’adolescenza e nell’età adulta. A tale scopo necessitano punti di ascolto,
distribuiti omogeneamente nel territorio regionale, fondamentali per supportare il lavoro di pediatri,
medici di base, genitori, educatori ed insegnanti. Ricevere un’informazione corretta rappresenta
anche un’efficace lotta contro lo stigma e l’isolamento che colpisce questi pazienti.
Una dotazione di personale almeno nella media nazionale, consentirebbe di operare al meglio
anche nella fase di recupero e riabilitazione. Questo è un aspetto importantissimo svolto
prevalentemente dalle strutture semi residenziali – i cosiddetti centri diurni e residenziali e le
comunità terapeutiche. Le strutture semi-residenziali in Umbria sono al di sotto della media
nazionale del -36,60%.
Quelle residenziali superano la media nazionale. Quest’ultimo valore è un dato estremamente
positivo per i pazienti, secondo le associazioni di familiari, poiché le comunità terapeutiche si
occupano del reinserimento sociale, scolastico o lavorativo delle persone e forniscono loro
l’opportunità di riprendere un’esistenza progettuale insieme ai rapporti affettivi con le proprie
famiglie, laddove la malattia li aveva interrotti.
-53,40% di posti letto ospedalieri
L’SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura) dell’ospedale di Perugia consta di 17 posti letto.
Il reparto accoglie pazienti di tutte le età mettendo insieme adolescenti, giovani adulti, adulti e
anziani. All’interno del mondo dei disturbi psichiatrici, oltre all’età in cui insorgono, c’è una vasta
gamma di patologie con necessità e priorità di tutela anche della vita, completamente differenziate
tra loro. Si va dalle nuove e più diffuse psicopatologie legate alle nuove tecnologie, alle
dipendenze comportamentali, al gioco patologico, alle sostanze d’abuso, alla depressione, ai
disturbi del comportamento alimentare (che richiede posti dedicati agli interventi salva vita anche in
età pediatrica), fino ad affrontare le fasi di acuzie dei vari disturbi border line, bipolare,
schizofrenia e così via dicendo.
I suddetti posti non riescono a far fronte ai numerosi TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Il
ricorso ai Trattamenti Sanitari Obbligatori (+ 12,30% sulla media nazionale) e il numero del +
27,50% sulla media nazionale di accessi al Pronto Soccorso generico, poiché non esiste un vero e
proprio Pronto Soccorso Psichiatrico, hanno portato proprio in quest’ultimo periodo la Polizia
Municipale di Perugia (competente per l’esecuzione dei TSO), a denunciare l’insostenibilità del
compito a cui è chiamata, a fronte dell’impennarsi del numero di richieste passate da 99 interventi
nel 2016 ai 140 nel 2017.
In sintesi il dato largamente negativo di Dimissioni da reparti psichiatrici / 10.000 ab.- 52,10%
e i “picchi” positivi” TSO/100.000 ab. +12,30% e Accessi in PS/100.000 ab.+27,50% manifestano
una situazione di costante emergenza con le strutture ospedaliere costrette a sopperire
le carenze di servizi sul territorio.
La scarsa disponibilità di letti talvolta non permette ai cittadini umbri di essere ricoverati nella propria regione e di contribuire così al possibile risparmio di risorse. I pazienti che migrano fuori regione ( 25% circa) per ricevere cure e supporto infatti aggravano i conti delle finanze pubbliche e delle famiglie.
Altra conseguenza della carenza di posti consiste nel rischio di dimettere un paziente troppo presto
rispetto al periodo necessario alla risoluzione dell’acuzie.
Al momento delle dimissioni dal reparto non tutti i pazienti possono fare ritorno in famiglia per i
motivi più diversi: possono presentare altre patologie che richiederebbero il trasferimento in reparti
specifici ma al momento non attrezzati per un paziente psichiatrico; la famiglia potrebbe non
essere in grado di supportare il dopo acuzie; il paziente potrebbe non essere pronto per essere
indirizzato verso altri percorsi riabilitativi. Tutto questo stato di cose fa si che anche in Umbria si
renda indispensabile un reparto di ricovero temporaneo che, dopo la dimissione dall’SPDC, operi
il monitoraggio dell’evoluzione dell’acuzie fino a quando non viene preso in carico dal Centro di
Salute Mentale competente.
A complicare il quadro a seguito della chiusura degli OPG, in attesa di un collocamento adeguato
in una REMS (Residenza Esecuzione Misure di Sicurezza) gli SPDC devono farsi carico anche di
questa eventualità.
Nonostante queste difficoltà, in alcune piccole realtà, si riescono ad esprimere livelli di alta qualità
del servizio, riconosciuto da recenti attestati di apprezzamento emessi da organismi internazionali
e che con l’occasione potrebbero fare da modello per le strutture consorelle dello stesso ambito
provinciale.
A fronte di questo sintetico quadro di analisi non esaustivo di tutti i parametri riportati nel rapporto
sopracitato, nel corso del 2017 numerose associazioni di familiari di persone con disturbi
psichiatrici, hanno avuto tre incontri con l’assessore regionale alla sanità. In questi incontri si è
sottolineata la necessità che vengano assunti impegni e decisioni per la gestione ottimale dei
disturbi psichiatrici che hanno un maggiore impatto sulla comunità.
Ad oggi sono stati convocati solo i tavoli regionali della salute mentale a cui abbiamo partecipato e
di cui siamo in attesa di conoscere gli esiti insieme al Piano Sanitario Regionale che ne deriverà.
Ci auguriamo che il consiglio prenda a cuore il “pianeta“ psichiatria per rimetterlo al centro della
salute dei cittadini.
I firmatari di tale documento sono associazioni nate da famiglie toccate dal disturbo mentale.
Accomunate dalla responsabilità della gestione quotidiana di un fardello così doloroso, hanno
trasformato la loro fragilità nell’opportunità di dar voce ai bisogni dei loro familiari, avanzando
proposte costruttive e rivendicandone i diritti. Tali associazioni costituiscono una risorsa disponibile
a forme di collaborazione appropriate a vantaggio dell’intera comunità.
Cittadinanzattiva Umbria/TDM Umbria
Coraggio
Amici di Kaos
Progetto Itaca
Madre Coraggio
Joy&Co
Le Fatiche d’Ercole
Liberi di Essere Rosa