Comunicato Stampa – Le Segreterie regionali delle Associazioni dei Consumatori e degli Utenti A.C.U., Cittadinanzattiva e Confconsumatori in merito alla “Conferenza Annuale dei Servizi Pubblici Locali” tenuta il 14 maggio u.s. dalla ATI 3
Le tre Associazioni dei Consumatori ritengono necessario rendere
pubblico il proprio punto di vista, esposto in sala dalla Segretaria regionale di Cittadinanzattiva Anna Rita Cosso, di fronte a pochi intimi a causa del protrarsi delle relazioni introduttive, fatto forse non del tutto casuale.
Le tre Associazioni esprimono un giudizio articolato, da un lato si vedono elementi positivi che vanno valorizzati e che rappresentano il possibile punto di partenza per un lavoro utile ai cittadini e agli utenti, dall’altro non si possono sottacere situazioni assolutamente non condivisibili.
In primo luogo riteniamo positivo che l’ATI 3 dimostri la volontà politica di dare attuazione alla norma prevista dal comma 461 dell’art. 2 della legge 244 del 2007, in un panorama umbro dove ben poche amministrazioni pubbliche si sono attivate per dare gambe concrete alla partecipazione e al coinvolgimento degli utenti alla gestione dei servizi pubblici locali.
In questo ambito va realizzata l’articolazione istituzionale degli Ambiti Territoriali Integrati che favorisca un livello di partecipazione effettivamente cogente.
Detto questo, ci corre l’obbligo di affermare con grande nettezza che l’iniziativa promossa dall’ATI 3 non può essere considerata assolutamente come l’assolvimento dell’obbligo di legge, laddove si prevede la “sessione annuale di verifica del funzionamento dei servizi”. L’ATI 3 e il suo direttore hanno impiegato troppa “fantasia” nell’interpretare la legge e ne hanno dato una lettura che di fatto ne stravolge i principi ispiratori.
Per brevità sintetizziamo i punti di dissenso:
- Il “Comitato Consultivo degli Utenti” non è affatto rappresentativo degli utenti, in quanto non vi fanno parte tutte le Associazioni dei Consumatori previste dalla legge e invece ne fanno parte dei soggetti che, ancorché eminenti nella città, però non hanno alcun titolo per rappresentare i cittadini utenti.
- La legge non prevede l’adozione della “Customer satisfaction” come metodo di valutazione dell’efficienza dei servizi e questo non è un caso. Infatti l’indagine statistica in questo campo non mette in evidenza le vere criticità, per esempio se solo il 5% afferma che il servizio di nettezza urbana non funziona, dal punto di vista statistico questo è un dato irrilevante, ma se quel 5% è tutto concentrato in un territorio e/o in una singola località, allora quel dato è politicamente molto rilevante. Per questo la legge prevede esplicitamente come metodo di valutazione quello delle “lamentele” raccolte dalle Associazioni dei Consumatori, perché si sta parlando della qualità della vita di persone in carne ed ossa non di fredde percentuali.
- Quand’anche volessimo valutare i dati della “Customer satisfaction”, tutti sanno che il punto delicato e qualificante di un’indagine statistica è l’individuazione del campione, che deve essere il più rappresentativo possibile. In questo caso nel Rapporto consegnato durante la Conferenza in nessun punto vengono esplicitati i criteri scientifici di selezione del campione, si fa riferimento solo al territorio di appartenenza, senza indicare le fasce di età, le inclinazioni politiche, i livelli di reddito, se abitano in case isolate o in condomini, ecc…
In sostanza pensiamo che conferenze di questo genere rischiano di fornire frecce all’arco di quanti osteggiano questa articolazione sub regionale degli Ambiti Territoriali Integrati e sono contrari al modello dell’azienda pluriservizi.
Per questo abbiamo proposto l’immediata apertura di un tavolo di confronto per raggiungere un Protocollo d’Intesa per una vera applicazione del comma 461, senza eccessiva fantasia.
Segreterie Regionali Umbre di A.C.U. – Cittadinanzattiva – Confconsumatori
Foligno 15/05/2010