Commissariamento prefettizio di GESENU e GEST. I costi siano adeguati e comunque non ricadano sui cittadini. Cittadinanzattiva chiede incontro al Prefetto.

Il Prefetto di Perugia con Decreti del 19.11.2015  ha nominati ai sensi della normativa antimafia, tre commissari  nelle medesime persone, sia per la Gesenu che per la Gest  per un periodo di circa sei mesi, per la gestione di parte dei contratti delle predette società, e con compenso da definire ai sensi delle disposizioni dell’art. 32 comma 6 della legge 114/2014.

Cittadinanzattiva, organizzazione civica che tutela e promuove i diritti dei cittadini quali utenti dei servizi pubblici,  vuole  tutelare i cittadini e gli utenti del servizio rifiuti dei comuni di Perugia e territorio limitrofo,  e pertanto  contesta sia l’importo esagerato, del compenso a tali commissari, ma soprattutto  che lo stesso ricada sulle tasche dei cittadini.

L’art. 32 comma 6 della legge 114/2014 applicabile in generale alle imprese implicate in presunti fenomeni di infiltrazioni mafiose  stabilisce che ai commissari spetta un compenso  ai sensi dell’art. 8 del d.lvo 14/2010, secondo criteri non ancora determinati, ma che l’onere del compenso ai commissari è a carico dell’impresa. Ciò è perfettamente logico e coerente nel caso di impresa privata.

Nel caso di Gest e Gesenu ci troviamo invece di fronte a società miste pubblico-privato che erogano servizi pubblici locali e i cui ricavi sono a carico esclusivo dei cittadini tramite la tariffa rifiuti di legge.

Conseguirebbe che i cittadini dovrebbero pagare presunte responsabilità degli amministratori, che, più che un sistema mafioso, sono la conseguenza di un  sistema di potere politico che, in alcune realtà, ha trovato nella raccolta dei rifiuti il canale principe di autofinanziamento e di autoalimentazione di consensi.

La disposizione di legge stabilisce che l’onere del compenso è a carico dell’impresa  e quindi non della tariffa  e pone, pertanto, l’obbligo che a pagare siano non i cittadini ma eventualmente il socio o i soci  il cui comportamento ha determinato il provvedimento del Prefetto.

A ben guardare poi non sono, pertanto,  applicabili le Terze linee guida dell’Anac  che porterebbero a compensi esorbitanti nell’ordine di decine di migliaia di euro al mese, perché per le società di servizi pubblici locali esiste una normativa speciale che prevale in quanto tale. e cioè la Legge finanziaria 2007 all’art. 1 commi 725 e 726 ove si dispone che: “nelle società di servizi pubblici locali partecipate dagli EE.LL. il compenso del Presidente e dei membri del Consiglio di amministrazione non può superare il 70% per il Presidente e il 60% per i membri del CdA di  quello del Sindaco del maggior comune socio. Compenso elevabile del 2% ogni 5 punti percentuali di partecipazione del socio privato.”

In buona sostanza con questa normativa  si raggiunge un compenso non superiore ai 4/4,5 mila euro lordi mensili.

Non si comprenderebbe come mai se a nominare gli amministratori invece del sindaco sia il Prefetto, questi amministratori possano ricevere un compenso 5 volte superiore peraltro essendo, per di più, investiti non di tutti i contratti della società ma solo di alcuni di essi.

Per tali ragioni Cittadinanzattiva  ha chiesto un incontro con  il Prefetto  per chiarire ulteriormente il punto di vista di Cittadinanzattiva  su come dare attuazione a tali adempimenti, a tutela degli interessi dei cittadini.

La lettera è stata inviata a:

 Prefetto della Provincia di Perugia

 Sindaco di Perugia

 Presidente della Regione Umbria