CHE FINE FANNO I RIFIUTI DIFFERENZIATI? I COMITATI DEGLI UTENTI FUNZIONANO NEGLI ATO? LA REGIONE RISPONDE A QUESTE DOMANDE POSTE DA CITTADINANZATTIVA E RIPRESE DAL CONSIGLIERE DOTTORINI IN UNA INTERROGAZIONE – PUBBLICHIAMO IL DOCUMENTO INTEGRALE DI RISPOSTA ED IL COMMENTO DEL PROCURATORE DEI CITTADINI REGIONALE SILVESTRI
A febbraio dopo la Conferenza Stampa sulla politica dei rifiuti in Umbria inviammo il nostro documento a tutti i Gruppi Consiliari della Regione. Il consigliere regionale Dottorini presentò una interrogazione alla Giunta Regionale, basata su alcune delle nostre posizioni, in particolare quelle riferite ai Comitati degli Utenti negli ATO e alla vendita dei prodotti derivanti dalla raccolta differenziata.
Ora è arrivata la risposta della Giunta e l’assistente di Dottorini, molto gentilmente, me l’ha fatta avere, la potete leggere nella versione integrale cliccando sul file qui sotto.
risposta della giunta regionale alla interrogazione di dottorini
Per quanto mi riguarda nel merito della risposta vi evidenzio che la partecipazione dei cittadini utenti viene considerata assolutamente residuale, persino nella forma spuria ed edulcorata dei Comitati degli Utenti, che sono molto lontani da quanto previsto dal comma 461 della L. 244 del 2007, ma che comunque potrebbero permetterci di avere una sede dove dire la nostra.
Sempre nel merito si vede che la raccolta differenziata in Umbria non è al 44% come recentemente detto dall’Assessore competente, perché il 20% della differenziata va poi comunque in discarica come “scarto”, quindi in realtà i rifiuti differenziati sono il 36% del totale.
Ed ancora, la Regione e le Aziende che operano nel ciclo dei rifiuti, fanno il minimo dovuto dalla legge, cioè si limitano a vendere i prodotti della differenziata ai Consorzi Nazionali e/o alle imprese indicate sempre dai quei Consorzi a prezzi molto bassi, senza fare niente per cercare di spuntare prezzi migliori, come per esempio ricerche di mercato o marketing, come avviene per esempio a Mantova dove l’impresa pubblica che fa la raccolta differenziata, fa un utile del 7% del fatturato annuo vendendo la carta e la plastica agli arabi.
In realtà, visto che in Umbria le aziende che raccolgono i rifiuti gestiscono anche le discariche, non hanno convenienza a vendere i rifiuti differenziati ma a smaltirli in discarica: per esempio il tetrapak se venduto al consorzio nazionale viene pagato circa 100 euro a tonnellata, se invece portato in discarica frutta a chi gestisce la discarica intorno a 120 euro a tonnellata, pagati dai cittadini.
Il documento della Giunta Regionale mi sollecita alcune brevi riflessioni politiche, augurandomi che anche voi vogliate condividere le vostre riflessioni, per poi rivederci a settembre e discutere tutti quanti insieme.
Si vede chiaramente che i comportamenti dei 4 ATO di fatto sono identici, quindi, visto che ogni ATO è governato dall’Assemblea dei Sindaci, appare evidente che nel campo dei rifiuti siamo di fronte a una impostazione politica che è comune a tutti i partiti e a tutti gli amministratori, nessuno escluso.
Non si tratta più del singolo consigliere, assessore, sindaco o presidente, perché, al di là del fatto che tra i politici ci siano delle brave persone, qui i comportamenti concreti del mondo della politica umbro ci dicono che c’è una identica cultura politica, che ritiene la partecipazione dei cittadini utenti un inutile ingombro e considera la raccolta differenziata ancora meno, se mai possibile.
A me appare evidente che in Umbria la linea nella politica dei rifiuti sia dettata dal Gruppo Sorain Cecchini, la multinazionale romana che possiede il 55% della Gesenu e che ha il “giusto” (dal suo punto di vista) interesse a vendere le tecnologie e il know-how che detiene in fatto di discariche, di smaltimento, di incenerimento e di produzione del Combustibile Solido Secondario (CSS) dai rifiuti indifferenziati .
Non a caso infatti da un paio di mesi vediamo che si è andato formando uno schieramento che accomuna i partiti di maggioranza, quelli di opposizione e la Confindustria locale; tutti questi soggetti propongono di modificare il Piano Regionale dei Rifiuti, eliminando il previsto termovalorizzatore (non ci sono i soldi per farlo – 180 milioni di euro), per andare a “chiudere” il ciclo dotando le discariche di impianti per la produzione dai rifiuti indifferenziati del CSS da bruciare poi nei cementifici, come consente il decreto del ex ministro dell’ambiente Clini.
In questo caso la Regione dovrebbe spendere soldi pubblici sia per installare gli impianti di produzione del CSS nelle discariche che per finanziare l’adeguamento delle ciminiere dei cementifici, al fine di ridurre le emissioni tossiche nocive.
Quanto sarebbe meglio utilizzare queste risorse pubbliche per finanziare la raccolta differenziata spinta porta a porta!!!!!! Ma questo non fa business!!!
La modifica del Piano dei Rifiuti Regionale è il prossimo ravvicinato fronte che ci vedrà impegnati; sarà necessario sviluppare una forte iniziativa istituzionale e di movimento per contrastare la scelta del CSS, che uccide la raccolta differenziata e peggiora le condizioni del nostro ambiente, sapendo anche realizzare una intelligente politica delle alleanze, che ci consenta di avere maggiori possibilità di riuscita.
Gabriele Silvestri Procuratore dei Cittadini Regionale Cittadinanzattiva Umbria