ANTEPRIMA AUDIT CIVICO UMBRIA. ECCO LE “PAGELLE” DEI CITTADINI A ASL E AZIENDE OSPEDALIERE
La qualità e i livelli di accessibilità delle strutture sanitarie pubbliche dell’Umbria, valutati direttamente dai cittadini, sono stati fotografati nell’Audit civico, progetto di Cittadinanzattiva dell’Umbria, voluto e finanziato dalla Regione Umbria. Un esempio di “empowerment” con risultati raccolti in sei rapporti locali che descrivono in modo dettagliato la realtà di un mondo che fino a ieri era considerato spesso autoreferenziale.
I dati emersi, valutati secondo l’indice di adeguamento agli standard (IAS), sono articolati e diversificati.
I risultati medi conseguiti dalle 6 aziende umbre si collocano tutti, tranne un’eccezione, nella fascia di punteggio discreto ( IAS 61 – 80). Prima tra le Aziende l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia con un punteggio medio di 76 seguita dalla Asl 3 (Foligno – Spoleto ) con IAS 74.
Il divario si accentua con la ASL 1 (Alto Tevere – Alto Chiascio) e ASL 2 (Perugia – Assisi – Trasimeno – Medio Tevere) che ottengono entrambe uno IAS 62 e con l’Ospedale Santa Maria di Terni con IAS 61. Si colloca nella fascia di punteggio mediocre la ASL 4 (Terni – Narni – Amelia – Orvieto ) con IAS 60.
Buoni i valori compresi tra l’81 e il 100 del fattore accesso alle prestazioni sanitarie (assenza di barriere architettoniche, parcheggi, numero di agende conferite ai CUP, possibilità di prenotazione telefonica etc.). E’ il caso della ASL 2, della ASL 3 e dell’Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia.
Tutte le aziende sanitarie sono dotate di un Ufficio Relazioni con il Pubblico dove si segnala un numero di addetti contenuto e di un triage organizzato al pronto soccorso nella quasi totalità degli ospedali.
Ampio è il numero di agende di prenotazione disponibili al CUP ad eccezione della ASL 4 di Terni che presenta situazioni diversificate tra centri di salute, poliambulatori e presidi ospedalieri.
Delicati i valori relativi al fattore tutela dei diritti e miglioramento della qualità ( procedure di qualità e sostegno all’attività di segnalazione e reclamo) dove solo i 2 ospedali maggiori ottengono un giudizio positivo. In generale si segnala come il punteggio di questo fattore tenda notevolmente a diminuire soprattutto nelle strutture territoriali (centri di salute, poliambulatori, SERT e CSM) dove si osservano le situazioni peggiori.
Un punteggio discreto è raggiunto da 5 strutture su 6 nel caso del fattore personalizzazione delle cure, rispetto della privacy, assistenza ai degenti. Gli indicatori hanno spaziato dagli aspetti dell’umanizzazione, orari della giornata, mediazione culturale, procedure di dimissione, assistenza ai non autosufficienti ecc..
Lavori in corso per le procedure che favoriscono l’inserimento dei caregiver familiari (familiare che presta le cure ) nella gestione dei pazienti critici, la diffusione dei servizi di mediazione culturale e di interpretariato.
Bassa la disponibilità di posti/poltrone letto per i parenti che assistono malati non autosufficienti: la situazione migliore nel perugino, quella peggiore anche se relativamente contenuta è nel ternano.
I punteggi medi tendono ulteriormente a diminuire riguardo al fattore informazione e comunicazione.
Tutte le aziende infatti confluiscono nella classe di punteggio mediocre: ad esempio mancano le informazioni sui diritti e doveri dei cittadini, in alcuni casi la cartellonistica con l’orario di ricevimento del personale medico, il prospetto aggiornato dei servizi presenti, le indicazioni sulle Unità Operative/Servizi presenti a ogni piano negli ascensori per il pubblico ed ancora l’inadeguatezza del modulo di consenso informato, l’assenza di procedure e/o strumenti per favorire la condivisione dei dati clinici del paziente tra i medici ospedalieri e i medici di medicina generale.
In alcuni distretti la situazione è critica: mancano opuscoli o cartelli che spieghino le modalità di rapporto con il servizio e con i professionisti quali la scelta e revoca del medico di medicina generale, delle cure all’estero, dell’accesso all’ADI etc).
Giudizio abbastanza buono per la ASL 3 di Foligno e per l’Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia in termini di comfort; valutazione diversa nel caso dell’Ospedale Santa Maria di Terni dove nelle parti comuni sono stati rilevati segni di fatiscenza alle pareti, vetri rotti, finestre che non si chiudono, rifiuti o altro materiale abbandonato, soffitti e/o muri con ragnatele e macchie di muffa.
Il grado generale di adeguamento agli standard della componente impegno della azienda nel promuovere alcune politiche di particolare rilievo sociale e sanitario è mediamente discreto. Permangono tuttavia in molti altri casi situazioni a rischio: il fattore sicurezza delle Strutture e degli Impianti ha rilevato l’assenza della segnaletica per le vie di fuga, degli estintori e della piantina del piano di evacuazione.
Ed ancora per il fattore gestione del dolore solo la ASL 3 e l’Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia rispondono agli standard richiesti.
Il fattore prevenzione mette d’accordo 5 aziende su 6: i programmi di screening per la diagnosi precoce dei tumori sono praticati da quasi tutte le aziende sanitarie, la percentuale di adesione alla mammografia è molto alta nella ASL 2, 3 e 4, così come quella del pap test per la Asl 1.
Infine per ciò che riguarda la componente Coinvolgimento delle organizzazioni civiche nelle politiche aziendali la variabilità dei punteggi è marcata: solo la ASL 1 e l’Ospedale Santa Maria di Terni ottengono un punteggio migliore, poiché il resto delle aziende nell’attuazione e funzionamento degli istituti di partecipazione degli utenti e in altre forme di partecipazione e interlocuzione dei cittadini rasentano un punteggio tra il pessimo e lo scadente.
Perugia 31 gennaio 2011
Carla Mariotti
Coordinatrice regionale Audit civico
Anna Rita Cosso
Segretaria regionale Cittadinanzattiva Umbria